Omelia (15-08-2006)
don Luciano Sanvito
Una donna interpellante

L'assumere in sè e su di sè una esperienza per il Vangelo è una realtà tanto preziosa, da renderla addirittura una festa: l'Assunzione.

"Uomini, non state a guardare in terra", ci dice nella festa di oggi una donna, che nella sua totalità è stata assunta nel cielo.
"Uomini - ci dice ancora oggi - lasciatevi assumere nell'esperienza del cielo!".

Che cosa è questa esperienza del cielo?
E' la ricerca appassionante e appassionata delle realtà invisibili, misteriose, celesti e non percepibili col solo occhio umano; realtà innumerevoli che costellano l'universo della nostra giornata, piena di occasioni seminate in noi e attorno a noi, da assumere, e nelle quali noi ci possiamo lasciar assumere, trasformare, spiritualizzare, risuscitare e innalzare oltre la banalità, oltre la logica, oltre il già dato e noto, oltre la storia, oltre il giudizio, oltre il limite, oltre il parziale e l'inadeguato, oltre il confine del nostro mondo, oltre il sentimento e l'impressione.

Comprendiamo, da questo "oltre" più volte ripetuto come mantra per le orecchie dure del nostro cuore, per la nostra mente scettica e per la nostra anima indurita dalle scorie del mondo umano, che la festa di oggi può essere la nostra festa: assumere e lasciarci assumere in questa festa è proprio la nostra occasione, richiamati da questa donna che ci interpella, ci invita e ci ripropone il salto oltre le nostre fissità materiali e soprattutto morali.

Questa donna interpellante varca il confine della nostra pelle e interpella ciascuno di noi, per entrare nella festa dell'assunzione di tutto di noi stessi, per far risorgere e assumere i nostri rapporti con gli altri, con le cose, per richiamarci alla contemplazione della risurrezione universale, di tutto e di tutti, laddove ognuno di noi si lascia assumere, come lei, al progetto del Regno per l'Assunzione di tutto il creato.