Omelia (20-08-2006)
don Luciano Sanvito
Pane e vino

Pane e vino...possono illuderci di un nutrimento materiale come sostegno alla nostra piacevole vita e alla bontà dei nostri rapporti.

Pane e vino evangelicamente situati diventano le linee binarie della purificazione dall'influsso strettamente mondano e ci lanciano con decisione verso la meta di una vita che vale e che riceve eternità.

L'essenzialità e la fondamentalità del pane ci riportano all'origine del cibo e alla sua originalità vera, impedendo di invischiarci nelle pasticcerie e negli impiastri del mondo che passa e che come una sirena ci avvinghia ora qua e ora là. Il pane presentato dal Vangelo è nutrimento di stabilità e garanzia di incorruttibilità, da un lato; dall'altro è vivo, cioè fresco e fragrante, cioè adatto a noi e al momento dell'oggi.
E' quello che ci serve ora e qui per vivere, per crescere e per orientarci in tutti gli altri cibi materiali e morali derivati.

L'ebbrezza del vino e ci richiama alla necessità di assumere questa benefica droga per poter affrontare il soffrire della vita quotidiana, che ci permette di discernere, di potare e di purificare noi stessi e gli altri, secondo quell'atteggiamento che fa spargere sangue, che cioè tocca nel profondo, provocando la ferita della verità, quale spada a doppio taglio, tagliente sul bene e sul male. Il sangue non è solo per la ferita, ma occasione per far scorrere la vitalità vera, per non lasciare che si formino i grumi embolici e della sclerosi della mente, dell'anima, e che infarciscono il cuore, provocando l'infarto morale, e la chiusura mortale.

La vita eterna garantita come un'ombra nel nostro cammino umano, accostandoci ai segni solari del pane e del vino evangelici, diventa la proposta e la meta del procedere quotidiano di ognuno di noi oggi, chiamato dal vangelo a riscoprire nel pane e nel vino la possibilità di entrare in comunione con Colui che gli dona l'eterna gioia in questa vita illuminata.