Omelia (27-08-2006)
don Luciano Sanvito
Verità forgiante

"L'uomo ricerca la parola che lo squadra da ogni lato".

Il linguaggio duro e efficace del Vangelo corrisponde oggi con le omelie accomodanti, con i discorsi del buonismo totale e della cancellazione assoluta di ogni senso del peccato (e dell'amore) che viene da un pulpito che vuol trasformare l'omelia in una "omielia", cioè in una farcitura di miele che attiri la gente?

Abbiamo ancora noi Chiesa il coraggio di dire quello che è indipendentemente dalla legge del Marketing, non avendo paura di quelli che ci abbandonano perché il nostro linguaggio è duramente vero?

Ma è poi vero che l'uomo non ricerca questa parola dura ma rocciosa, contando sulla quale lui si sente forgiato, formato e verificato?
E l'identità (perduta) della parola evangelica affidata alla Chiesa non è quella di trasmettere l'arte profetica del vasaio che forgia se stesso e gli altri offrendosi e offrendo segni di verità?

"Da chi andremo?..." ridomanda incerto e confuso l'uomo di oggi, di fronte all'annuncio molle e mortificante della parola evangelica, ridotta all'osso da gettare al cane, alla perla lasciata per i porci, sottomessa a quegli scribi e farisei che si sono seduti di loro prepotente iniziativa sulle (loro) cattedre di oggi emananti falsità e ipocrisia.

L'uomo ricerca la parola dura ma vera, che lo squadra da ogni lato, lo forgia e lo modella secondo verità e libertà; ma in chi ha ricevuto questo compito di trasmissione e di annuncio, è vera e viva ancora l'affermazione del Vangelo: "Noi abbiamo creduto che Tu sei...?".