Omelia (08-10-2006)
don Luciano Sanvito
La colla del Vangelo

*) Il Vangelo incolla l'amore.
Ogni altra via è soggetta alla relatività del tempo e al relativismo dei valori, come mostra l'interrogazione: 'E' lecito...?'. Si può? Certo, si può: tutto quello che provo e riesco a fare, posso dire: lo posso! Ma la domanda è un'altra: che valore ha? Che valore ha ripudiare, adulterare, rinnegarmi e tradire l'amore? Che valore ha stravolgerne la forma, nasconderne la sostanza sotto le apparenze di quello che chiamo modernisno, aggiornamento o passo coi tempi? Che valore ha?

*) Il Vangelo incolla indissolubilmente l'amore.
Questo non significa che ogni amore che va male non è evangelico, ma significa che ogni amore che va male e non si confronta con il Vangelo, non è vero: non vale nella verità. Io posso essere disgraziato, vivere da separato nell'amore e essere tradito nella esperienza umana di esso; ma se il mio confronto nella valutazione della situazione è il Vangelo, il mio amore non lo perdo, perché questo amore donatomi dal Vangelo (e non dalla situazione umana, che ne è solo un segno, a volte sbiadito e offuscato) mi resta indissolubilmente incollato addosso. Come è vero che io posso vivere tanti segni dell'amore (matrimonio, amicizie,...) senza mai essere unito indissolubilmente a esse, senza cioè essere nella vita dell'amore, se non ho il riferimento evangelico.

*) Solo il Vangelo incolla indissolubilmente l'amore.
Ogni altra esperienza umana, famigliare, sociale e religiosa ne sono solo un barlume, un segno: l'amore vero e valido è solo il Vangelo.
Tutte le altre esperienze sono possibili ("...è lecito?...") ma non avranno mai il valore eterno evangelico. Per illustrare questa situazione di valore eterno che il Vangelo trasmette ai suoi amanti, per illustrarci l'unità che si crea nell'amore, ecco che il Vangelo pone un segno affettivo e effettivo sublime, in concentrato: un bambino: ecco il segno del Vangelo che si fa amore eterno abbracciando i suoi. Così è l'amore del Vangelo, e così siamo chiamati a trasmetterlo: come bambini.