Omelia (11-06-2006)
padre Antonio Rungi
Il Dio che sta nei cieli è nostro Padre ed è vicino a noi

Celebriamo oggi la Solennità della SS. Trinità e con questa festa lodiamo Dio Padre, l'Unigenito Figlio di Dio e lo Spirito Santo perché grande è l'Amore di Dio per noi. La solennità della SS. Trinità, infatti, ci manifesta nel mistero della fede questo infinito ed eterno amore che Dio ha avuto per l'umanità nella creazione, nella redenzione e nella gloria che oltre il tempo ci attende in comunione e felicità proprio con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Mistero che è bene espresso nella preghiera iniziale della solennità odierna: "O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa' che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l'unico Dio in tre persone". Mistero meglio precisato, da un punto di vista dottrinale ed espressivo, nel Prefazio di questo giorno: "È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo, e con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo. E nel proclamare te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità delle Persone, l'unità della natura, l'uguaglianza nella maestà divina".
Noi crediamo in un solo Dio, che è Padre, è Figlio e Spirito Santo, ma in un Dio uno nella sostanza e dignità, e trino nelle persone e nella missione. L'unicità di Dio è rivelata all'umanità sul Monte Sinai. E' Dio che prende l'iniziativa e rivela a Mosè il nucleo essenziale della nuova religione, su cui il patriarca dell'antico popolo d'Israele invita a pensare ed organizzare la vita di quel popolo, come di fatto, poi, la storia del popolo eletto e la storia della salvezza ci attesta. Nella Prima Lettura della Liturgia della Parola della Solennità odierna, tratta dal Libro del Deuteronomio viene appunto sottolineato questo aspetto della religione monoteistica: "Mosè parlò al popolo dicendo: "Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fumai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e rimanesse vivo? O ha mai tentato un Dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?
Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sii felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre".
Il Dio che si rivela abita i cieli, pur vivendo accanto all'uomo; è un Dio unico, non ve n'è altri al di fuori di Lui; è un Dio che vuole la felicità dell'uomo su questa terra, mediante l'osservanza della legge che egli ha impresso nelle cose create e della legge rivelata a Mosè sul Monte Sinai, con i Dieci Comandamenti, atti fondamentali di ogni autentico agire morale e religioso da parte dell'uomo.
La fede e fiducia in questo Dio che si è manifestato progressivamente all'umanità e in Gesù Cristo, ha avuto la massima ed irripetibile manifestazione sulla terra, in quanto Egli stesso Dio, ci richiede un diverso atteggiamento e comportamento, proprio in ragione del fatto che siamo credenti ed abbiamo ricevuto il dono dello Spirito. Chiaro riferimento al Battesimo e alla Confermazione nella fede. Ce lo rammenta l'Apostolo Paolo nella Seconda Lettura odierna tratta dalla Lettera ai Romani: "Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria".
Mediante lo spirito del Signore siamo diventati figli adottivi di Dio; per cui Dio che è lassù nei cieli è il nostro Padre, anche se molte volte è difficile, soprattutto di fronte a tante tragedie personali e dell'umanità, pensare ed accettare che davvero esiste un Dio che è Padre nostro e di tutti. Eppure, nonostante le miserie e le fragilità umane, nonostante le tante sofferenze alle quali siamo soggetti, ai limiti insiti nella natura umana e nella condizione terrena, Dio è il Padre comunque e sempre. Lo anche quando ci chiede di salire con il suo Figlio, Gesù Cristo, sul patibolo della Croce, in quanto anche il dolore in Dio si trasforma in Amore. Ed è per amore, infatti, che Gesù muore per noi sulla Croce, facendo la volontà del Padre. Ecco perché l'Apostolo Paolo, nel brano che ascolteremo della Lettera ai Romani, ci rammenta che "se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria".
Questo Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo deve essere conosciuto, amato, adorato e parimenti deve essere fatto conoscere, amare e adorare. Si tratta di entrare in quella dinamica della fede trinitaria che ci porta ad accogliere e a vivere il mistero di Dio nella nostra vita ed annunciarlo agli altri con l'esempio e la parola. Il testo del Vangelo di oggi ci insegna proprio questo e ci impegna proprio su questo fronte dell'evangelizzazione, del primo annuncio: "In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
Bisogna, soprattutto oggi, partire per le mille strade del mondo per ammaestrare la gente sulla verità di Dio, di fronte alla pluralità delle fedi e delle religioni che sono all'opposto della vera rivelazione del Dio Amore e carità di cui ci parla Cristo, vero ed unico rivelatore del Padre e dello Spirito, cioè della SS.Trinità, essendo Egli Figlio unigenito del Padre e redentore dell'umanità immersa nelle tenebre del peccato e nell'oscurità della non conoscenza del vero volto di Dio. All'insegnamento deve corrispondere anche l'impegno sacramentale con l'amministrazione a quanti liberamente aderiscono alla fede del sacramento del Battesimo. Al Battesimo deve poi corrispondere un'adeguata vita trinitaria per cui il credente dovrà osservare tutto ciò che il Signore ci ha comandato di fare, in quanto, anche di fronte ai problemi più seri e alle difficoltà più grandi, egli ci ha assicurato la sua vicinanza, perché sarà con noi sempre fino alla fine dei tempi. E' la certezza che il nostro Dio è lassù nei cieli, ma è anche un Dio che non abbandona a sè stesso l'uomo e l'umanità ed il suo amore è talmente grande che manda a noi il suo Figlio per salvarci e lo Spirito per consolarci e fortificarci.
Alla SS. Trinità diamo lode oggi e sempre perché, pur essendo un mistero incomprensibile alla sola ragione umana, è un mistero così impregnato d'amore e di speranza che esso non può che darci tanta consolazione e gioia nello spirito, in quanto ci rivela un Dio che è comunione e non solitudine, è apertura e non chiusura, è dinamicità e non staticità, è felicità e non tristezza, è croce ma è anche e soprattutto vita e risurrezione. Vita nel tempo e vita eterna oltre il tempo.