Omelia (25-06-2006) |
don Marco Pratesi |
Non si addormenta il tuo custode La tempesta sul mare di Galilea è l'immagine di tutte quelle situazioni nelle quali non si ha più la capacità di padroneggiare la situazione, quando le nostre forze e i nostri mezzi sono oramai chiaramente insufficienti. In questi casi emerge con chiarezza quello che abitualmente se ne sta acquattato al fondo del nostro cuore (non per questo meno determinante): l'ansia per la nostra vita e la paura della morte. Ci sentiamo incapaci di garantirci la vita, quelle sicurezze sulle quali riposavamo sono svanite. E naturalmente emerge anche la diffidenza nei confronti di Dio, la 'poca fede', e la lamentela: 'non ti importa che io muoia?'. Di fronte a questo, Gesù che dorme a poppa appoggiato al cuscino è un'immagine molto espressiva della fede: egli non teme, è affidato al Padre. Non ha bisogno di controllare lui la situazione, di stare in ansia, dorme, si abbandona addirittura, perché sa la sua vita custodita nelle mani del Padre. Sa che su di lui veglia qualcuno che 'non prende sonno' (cf. Sal 121), egli è 'come un bambino in braccio alla mamma' cf. Sal 131). Situazioni del genere sono dunque una prova che ci dà la possibilità di conoscerci, di sapere quel che davvero c'è al fondo di noi al di là di tutti i proclami e i propositi. E ci permettono di maturare, di crescere nella fede, di liberarci gradatamente dall'ansia e dalla paura affidando la nostra vita nelle mani di Gesù. Signore, aiutaci a comprendere che la nostra salvezza non sta nei nostri accorgimenti, ma nel tuo dono. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci dia una grande fiducia nel Signore, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Con tutta la nostra fiducia preghiamo il Padre come Gesù ci ha insegnato: |