Omelia (01-07-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Come vivere questa Parola? Tanto più doloroso è lo scontro quanto più si consuma tra coloro che servono lo stesso Dio, come nel caso di Amos profeta e Amasia sacerdote di Betel, responsabile del culto nel santuario reale. Questi, pur riconoscendo che Amos è un "veggente", ossia un profeta vero inviato da Dio, gli ordina di ritirarsi verso il paese di Giuda, in esilio fuori dal regno del Nord. Perché? Essenzialmente per due motivi: innanzi tutto perché l'atteggiamento del "giovane pastore e raccoglitore di sicomori", franco e audace di parola, viene giudicato come un attentato alla stabilità politica. In pratica, è ritenuto un fomentatore di disordini, un agitatore popolare, un uomo scomodo che denuncia corruzione e soprusi, mentre annuncia la collera divina e i decreti di Jhwh. E, in secondo luogo, perché essendo nato in Giuda, non ha il diritto di predicare nel regno del Nord. Come a dire: con quale autorità, tu, giovane straniero, ultimo arrivato, intruso, puoi scagliarti contro l'istituzione garante del servizio divino e custode della tradizione? E' tristissimo cogliere nel dialogo serrato tra i due, che pur si stimano nei loro rispettivi ministeri, la scorza spessa di un cuore indurito che censura quanto non vuole ascoltare, servendosi dello stesso ruolo che Dio gli ha affidato! E ciò avviene puntualmente ogni qualvolta l'istituzione, sollecitata per amore e in limpidezza ad una sincera verifica, mette a tacere le voci scomode di uomini schietti, pochi purtroppo, e spesso isolati, che raccolgono a piene mani gli appelli di Dio alla conversione, lasciandosene contagiare in prima persona. Oggi, dunque, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore luce e forza di Spirito Santo per saper accogliere nelle parole dell'altro l'appello stesso di Dio che mi chiede di convertirmi, picconando tutto ciò che in me è murato d'orgoglio e rivalsa. Donami, Signore, agilità di mente e di cuore perché non mi senta mai un arrivato e, senza pregiudizi, rigidità e paure sappia ascoltare, accogliere e ringraziare chi, schiettamente e con amore, mi aiuta a discernere le Tue vie, quand'anche fossero scomode e scoscese. La voce di una donna spirituale del nostro tempo Mai lasciatevi se non dopo esservi compresi! L'unità innanzi tutto! In tutto! Poco contano le discussioni, le questioni anche più sante, se non diamo vita a Gesù tra noi, amandoci tanto da donarci tutto. Chiara Lubich |