Omelia (18-06-2006) |
don Bruno Maggioni |
In quel Pane il volto preciso di Dio Il gesto del pane e del vino, le parole di commento, tutto converge nell'indicare la vita di Gesù come una vita donata. Il gesto eucaristico svela la «verità» di Gesù, cioè quella tensione interiore che ha guidato la sua vita fin dall'inizio. Nell'amore di Gesù non ci sono esclusi o emarginati, non ci sono i primi e gli ultimi. Nell'Eucaristia le prime comunità scorgevano non semplicemente la presenza di Dio, ma la presenza di un volto preciso di Dio. Nell'Eucaristia bisogna scorgere e celebrare quel Dio che in Gesù si è manifestato come condivisione, amore e servizio. Il gesto eucaristico è collocato da Marco in un contesto di tradimento (Giuda) e di abbandono (il rinnegamento di Pietro e l'abbandono dei discepoli). Si tratta di un elemento comune e tradizionale, ma sembra che Marco lo sottolinei con forza particolare. Tanto è vero che la cornice del tradimento e dell'abbandono si prolunga anche nel racconto del Getsemani e dell'arresto. Nello stridente contrasto fra il gesto di Gesù e il tradimento degli uomini, la comunità ha colto al grandezza dell'amore del Cristo, la sua gratuità, al sua ostinazione. Ma mi sembra che Marco colga anche un duplice avvertimento: la comunità è invitata a non scandalizzarsi allorché scoprirà nel proprio seno il tradimento e il peccato: è un'esperienza che Gesù stesso ha vissuto e che ha previsto per la sua Chiesa. Viene così tolto alla radice ogni motivo in base al quale poter dire: questa non è più la Chiesa amata da Dio. Contemporaneamente la comunità è invitata a non cullarsi nella falsa sicurezza, e a non presumere di sé (come invece Pietro): il peccato è sempre possibile, ed è male fidarsi delle proprie forze. Per tutto questo al celebrazione eucaristica è. insieme, giudizio e consolazione, mette in luce contemporaneamente l'ostinato amore del Cristo e il peccato e le divisioni della comunità. Anche le divisioni della comunità devono apparire. Ma non per dire: permangono le divisioni, tralasciamo l'Eucaristia. Bensì per concludere: nonostante le divisioni, Cristo ci salva. Il vino deve essere bevuto e il pane deve essere mangiato: «Prendete, mangiate». La vita del Maestro deve essere condivisa dal discepolo. Non basta affermare nel pane e nel vino la presenza del Figlio di Dio. Occorre prendervi parte. L'Eucaristia è contemporaneamente presenza di Dio e progetto ecclesiale. Dalla prima comunione (quella di Dio con noi) scaturisce la seconda (quella fra noi): la via del Cristo (una vita in dono, per tutti, nonostante il rifiuto) definisce la sequela. |