Omelia (03-07-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Disse Tommaso:"Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Come vivere questa Parola? Tommaso doveva amare moltissimo il Signore, se arrivò a dire agli altri: "Andiamo a morire con Lui" (Gv 11,16), in quel momento delicato in cui Gesù decide di andare a Betania da Lazzaro, pur sapendo che, per lui (e dunque per i suoi), quella zona di Giudea era una "polveriera" dove la sua incolumità era a grave rischio. Ma Tommaso più tardi ha un'impennata di fronte alla notizia che Gesù risorto è apparso proprio quando lui non era presente. Non ci crede! E afferma in tono di sfida che solo se vedrà e toccherà, crederà. Vedere che cosa? Il segno dei chiodi! Toccare che cosa? Il posto dei chiodi e il costato aperto, là, dove la lancia ha forato fin quasi a giungere al cuore. Ecco la fede di Tommaso ha vacillato, ma la condiscendenza di Gesù lo ha guarito. Tommaso ha veduto e ha toccato e S.Gregorio Magno dice che egli, toccando Gesù, guarisce la nostra debole fede. Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di visualizzare in preghiera questa scena evangelica e vorrò toccare le piaghe gloriose e il costato aperto di Gesù: segni del suo AMORE più grande. Sentirò rivolta anche a me la beatitudine pronunciata da Gesù: "Beati quelli che, pur senza vedere, crederanno". Farò silenzio. E lascerò infine che sgorghi anche dal mio cuore la preghiera di Tommaso, forse la più bella invocazione di tutto il Vangelo: Signor mio e Dio mio! La voce di un mistico dei nostri tempi Sopprimiamo spietatamente dal cammino della nostra vita i dubbi, e sostituiamoli immediatamente, appena si presentano, con l'atto di fede nell'Amore. Crediamo questo e avremo la pace, anche quando non sentiremo di averla. Augustin Guillerand |