Omelia (06-07-2006)
don Luciano Sanvito
Tutto a metà

"Tutto a metà": potrebbe essere questo lo slogan dell'uomo d'oggi.
Infatti, sembra proprio che sempre più le cose che facciamo e che viviamo siano incomplete, come fossero solo a metà.

E' l'immagine della paresi, che l'icona evangelica descrive come metà corporale della metà spirituale: due metà paralitiche, sotto effetto di paresi, che devono ritrovarsi in unità per far vivere l'uomo e non lasciarlo adagiato a deperire nel suo lettuccio, fatto di cose materiali, spirituali, fisiche e religiose.

Fare le cose a metà e dividere quello che è unito non è solo effetto della paresi morale che colpisce l'uomo d'oggi; ma come un tempo, è il segno di quello che deve fare e di quello che deve essere l'uomo: una dimensione di metà che è chiamata a unirsi all'altra metà per essere integro, funzionale, e non paralitico nel corpo e nell'anima.

L'uomo da solo è solo una metà, ci viene annunciato, e destinato a rimanere sul letto dell'immobilità e della stasi, dove vige la paralisi.

L'unione ritrovata fra corpo e anima, fra uomo metà e l'altra metà che è il mistero della vita, della verità, rende possibile la ripresa delle funzioni e delle funzionalità, rende possibile il fare e l'essere non a metà, ma interamente e integralmente.

Da dove si deve cominciare per quest'opera di guarigione?
Dal prendere con noi il "lettuccio": il segno che rappresenta la prima e più vicina metà di noi che ancora non accogliamo pienamente, mentre essa, quale lettuccio, ci accoglie: la nostra croce, le nostre difficoltà, gli imprevisti, i dolori e le fatiche. Iniziando a prendere in mano questo lettuccio, sapremo ricreare l'unità della vita che ci permette di procedere spediti sulla via della verità del tutto quello che dobbiamo fare e essere.