Omelia (07-07-2006)
don Luciano Sanvito
Una nuova imposta

Al posto di un esattore delle tasse, eccone ora seduto un altro, che esige da chi passa davanti a lui una nuova imposta: quella della Misericordia: quella lui vuole, e non "sacrifici".

L'imposta della Misericordia è la condizione necessaria e necessitante (ecco perché da esigere come imposta) per la verità dell'uomo, perché l'uomo viva nella pienezza della Verità. Posso anche non pagare questa tassa; ma se voglio essere vivo e vero, questa tassa diventa necessaria.

Ma che cos'è in fin dei conti questa Misericordia?

Il nuovo esattore che riscatta e rivaluta il vecchio esattore, sedendosi con lui a un nuovo tavolo, con coloro che sono in un debito non solo materiale e economico, ma soprattutto morale e spirituale, ci fa capire con il segno concreto del mangiare con loro il senso della nuova tassa imposta.

Imposta: perché fa capire che solo così e con quelli si guadagna la Misericordia, e la Misericordia ci farà così guadagnare sempre di più.

C'è solo un ultimo appunto da fare: il giusto non accetta questa imposta, perché da giusto dice che non è giusta, non è logica, non è ragionevole, non ha senso, e poi ci sono già tanti "sacrifici" da fare!

I nuovi esattori sono già all'opera, dunque, e arricchiscono grazie alla Misericordia, questa nuova imposta;...i giusti adesso che cosa faranno?