Omelia (25-06-2008)
a cura dei Carmelitani
Commento Matteo 7,15-20

1) Preghiera

Dona al tuo popolo, o Padre,
di vivere sempre nella venerazione e nell'amore
per il tuo santo nome,
poiché tu non privi mai della tua guida
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere".


3) Riflessione

• Stiamo giungendo alle raccomandazioni finali del Discorso della Montagna. Paragonando il vangelo di Matteo con quello di Marco si percepisce una grande differenza nel modo in cui i due presentano l'insegnamento di Gesù. Matteo insiste più sul contenuto dell'insegnamento e lo organizza in cinque grandi discorsi, dei quali il primo è il Discorso della Montagna (Mt 5 a 7). Marco, per più di quindici volte, dice che Gesù insegnava, ma raramente dice ciò che insegnava. Malgrado queste differenze, i due concordano su un punto: Gesù insegnava molto. Insegnare era ciò che Gesù faceva di più (Mc 2,13; 4,1-2; 6,34). Voleva farlo sempre (Mc 10,1). Matteo si interessa al contenuto. Ma vuol dire che Marco non lo fa? Dipende da ciò che intendiamo dire quando parliamo di contenuto! Insegnare non è solo questione di comunicare verità in modo che la gente le impari a memoria. Il contenuto non si limita a parole, ma è composto anche di gesti e consiste nel modo in cui Gesù è solito relazionarsi con le persone. Il contenuto non è mai staccato dalla persona che lo comunica. La persona, infatti, è la radice del contenuto. Il contenuto buono senza bontà è come latte caduto a terra. Non convince e non avviene la conversione.
• Le raccomandazioni finali e il risultato del Discorso della Montagna nella coscienza della gente occupano il vangelo di oggi (Mt 7,15-20) e di domani (Mt 7,21-29). (La sequenza dei vangeli dei giorni della settimana non sempre è la stessa dei vangeli stessi.)
Matteo 7,13-14: Scegliere il cammino sicuro
Matteo 7,15-20: Il profeta è conosciuto dai frutti
Matteo 7,21-23: Non solo parlare, ma agire
Matteo 7,24-27: Costruire la casa sulla roccia
Matteo 7,28-29: La nuova coscienza della gente
• Matteo 7,15-16ª: Attenzione con i falsi profeti. Al tempo di Gesù, c'erano profeti di ogni tipo, persone che annunciavano messaggi apocalittici per coinvolgere la gente nei diversi movimenti di quell'epoca: Esseni, farisei, zeloti ed altri (cf. At 5,36-37). Quando Matteo scrive c'erano anche allora profeti che annunciavano messaggi diversi dal messaggio proclamato dalle comunità. Le lettere di Paolo menzionano questi movimenti e tendenze (cf 1Cor 12,3; Gal 1,7-9; 2,11-14;6,12). Non deve essere stato facile alle comunità fare il discernimento degli spiriti. Da qui l'importanza delle parole di Gesù sui falsi profeti. L'avvertenza di Gesù è molto forte: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci". L'immagine stessa viene usata quando Gesù manda i discepoli e le discepole in missione: "Vi mando come agnelli tra i lupi" (Mt 10,16 e Lc 10,3). L'opposizione tra il lupo rapace e il mite agnello è irreconciliabile, a meno che il lupo si converta e perda la sua aggressività come suggerisce il profeta Isaia (Is 11,6; 65,25). Ciò che importa qui nel nostro testo è il dono del discernimento. Non è facile discernere gli spiriti. A volte succede che interessi personali o di gruppo portino le persone a proclamare falsi quei profeti che annunciano la verità che scomoda. Ciò è avvenuto con Gesù stesso. Lui fu eliminato e messo a morte, considerato un falso profeta dalle autorità religiose del tempo. Ogni tanto, la stessa cosa è successa e continua a succedere nella nostra chiesa.
• Matteo 7,16b-20: Il paragone dell'albero e dei suoi frutti. Per aiutare a discernere gli spiriti, Gesù usa il paragone del frutto: "Dai loro frutti li potete riconoscere". Un criterio simile era già stato suggerito dal libro del Deuteronomio (Dt 18,21-22). E Gesù aggiunge: "Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco". Nel vangelo di Giovanni, Gesù completa il paragone: "Ogni tralcio che in me non porta frutto, il Padre lo taglia. I tralci che danno frutto li pota perché portino più frutto. Il ramo che non rimane unito alla vite non può dare frutto. Questi rami sono raccolti, gettati nel fuoco e bruciati" (Gv 15,2.4.6).


4) Per un confronto personale

• Falsi profeti! Conosci qualche caso in cui una persona buona e onesta che proclamava una verità scomoda è stata condannata come un falso profeta?
• A giudicare dai frutti dell'albero della tua vita personale, come ti definisci: falso/a o vero/a?



5) Preghiera finale

Signore, distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
(Sal 118)