Omelia (17-07-2006)
don Luciano Sanvito
Una spada per la pace

Può un'arma ottenere la pace?
Ci viene detto oggi che questo è possibile: attraverso una "spada".

Per comprendere meglio come una spada possa essere uno strumento di pace ci possiamo richiamare alla logica dei videogiochi: tu devi salvarti e vincere eliminando quelle difficoltà che ti vengono incontro e che ti stringono, a livelli sempre più complicati. Ecco: la spada serve per recidere decisamente e velocissimamente, a scapito della nostra salvezza, tutti quei legami che apparentemente e lontanamente al momento sembrano positivi, ma che avvicinandosi a noi rischiano sempre di trasformarsi su di noi in una morsa mortale che ci annienta.

Questo "programma" di salvezza che attraverso la pace tramite la spada possiamo realizzare ci suggerisce anche che tutte le realtà in apparenza buone, quali i legami famigliari, se vissuti male e con il senso del possesso e della sovravalutazione, sono sempre un male, e vanno rimessi in un rapporto equilibrato attraverso proprio la spada, che stacca gli attaccamenti eccessivi, che separa là dove il legame si fa condizionante, che toglie là dove si accumula in egoismo, in piacere, in potere e in godere. Ecco dunque la vera pace: esercizio della spada che separa, divide, toglie, pota e sfronda il fare e l'essere che fa male a noi e all'altro.

La spada rivendica l'autonomia e l'indipendenza nei legami affettivi possessivi, annienta e uccide quando il valore si vuol fare superiore alla verità, combatte e affronta ogni realtà che vuol farsi oltre ciò che è in realtà. La spada è quindi un programma di via, di verità e di vita che ci viene oggi suggerito per la nostra via, e per la verità della nostra vita.