Omelia (19-07-2006)
don Luciano Sanvito
La verità che in noi si fa

La verità, più la si studia, e più la si perde.
Sapienza e intelligenza umana, che sono fatte per cercare la verità, in effetti sono fuorviate da essa: la verità stessa viene nascosta a chi pensa di doverla raggiungere solo con i mezzi del sapere e dell'intelligenza umana.
Si comprende allora bene di quel tizio che dopo aver speso anni e anni a studiare la verità, dopo averne scritto di cotte e di crude di essa, a tutto rinunciò per ritornare al livello zero.

Giocare con la verità: solo così la si incontra: proprio con lo spirito dei fanciulli, che accolgono con la sorpresa e senza troppi giudizi e pregiudizi il farsi di essa nel cuore, nell'anima e nella mente.
E' sempre coinvolta la mente; ma sia essa, che il cuore e l'anima sono come recipienti della verità, e in questo caso non pretendono di arrogarsela e di accomodarsela secondo l'interesse del momento.
Ecco dunque la diversità tra il grande e il bambino di fronte alla verità che si fa loro incontro.

Potremmo ben dire che per il bambino che accoglie con questo spirito, la verità è un incontro; per il grande, invece, rimane solo un miraggio.

La verità, ci viene detto, più la studi e più matto diventi.
In quanto la verità privilegia sempre l'incontro, l'esperienza e la sorpresa fatta di dono, e non di meriti o di diplomi universitari o teologici.
C'è sempre, all'origine, una misteriosa partenza, da una sorgente fatta di mistero, dove viene deciso a chi la si voglia in quel momento rivelare.
Ogni sforzo per averla e possederla, mancando di ciò, è quindi inutile.