Omelia (25-06-2006)
Monastero Janua Coeli
All'altra riva

Vento, tempesta, onde...
quando la paura ci afferra e ci rovina l'esistenza? Ogni volta che viviamo l'esperienza dell'impotenza e ci sentiamo in balia degli eventi, perdiamo il controllo di ciò che siamo. La presenza di Cristo diventa "nulla". è vero che quando la burrasca infierisce, non c'è da stare tranquilli, ma è altrettanto vero che nessuna burrasca può travolgere quando Dio è con noi. Il fatto è che noi diamo più peso alla nostra paura che alla presenza di Dio, perché comunque al centro delle nostre attenzioni è questo nostro io che, tutelato fino all'inverosimile, diventa invertebrato! Il vento soffia? e venga... Le onde riempiono la barca? e sia... quale è il problema?! Il Dio dell'universo è lì, nella barca, non altrove. Non sta a guardare, indifferente, ciò che accade, ma è tra le onde e il vento. La differenza umana di risposta è tra il suo sonno tranquillo e la nostra agitazione e paura. Fermiamoci un attimo e domandiamoci: le nostre giornate sono colme di onde che agitano e di venti che angosciano oppure di fiducia serena che permette di "dormire" senza timore nella certezza che tutto è nelle mani di un Dio di amore?!

All'altra riva

MEDITAZIONE

Domande
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Perché non restare accanto a lui e vegliare il suo sonno invece che ascoltare il vento che soffia? Il respiro sul cuscino fa pensare a un dolce sonno. Se nella nostra vita non recuperiamo la capacità di dormire in mezzo alle bufere di vento, noi perdiamo la bellezza del navigare per passare di turbamento in turbamento e soprattutto rischiamo di dimenticare che ciò che conta è che Dio è con noi, poco importa se dorma! La sua soave presenza è più potente di un vento che muove le onde...

Chiave di lettura
Ogni volta che nel nostro mondo interiore il sole tramonta e la stanchezza si fa sentire al nostro spirito, Gesù ci propone di passare all'altra riva. Quale riva? La riva della calma e della fiducia in lui. Questo "passaggio" è simbolico perché coinvolge tutto di noi, ci sbalestra e ci chiede una risposta nuova alla presenza di Cristo in noi. Lasciare la folla del nostro vissuto, potremo prenderlo sulla nostra barca, così come si presenta. Quale condizione migliore di questa? Avere Gesù sulla barca della propria esistenza! Ciò non toglie la tempesta, anzi, il suo stare con noi scatena bufere di vento capaci di gettare acqua in noi e di rischiare il naufragio. È incredibile come ogni volta che noi sentiamo il vento soffiare ci accorgiamo che Gesù dorme, addirittura sul cuscino, come nulla fosse. Non potrebbe un tale atteggiamento farci pensare che il pericolo non ci sia? Vuoi che non senta lui il vento, che non veda le onde, che non avverta il nostro sgomento?... l'inganno sta proprio qui. Nel fare attenzione più al rumore del vento che al respiro calmo del Cristo Signore che riposa in noi. Le nostre grida di angoscia non solo svegliano Gesù ma diventano un rimprovero nei suoi riguardi, quasi che il suo sonno sia indifferenza ai nostri bisogni! Una sola parola di Cristo placa il vento e rasserena le onde, una parola efficace che realizza prontamente quanto propone. Il mare e il vento obbediscono al Signore, noi discepoli non ne siamo capaci. Le nostre paure fanno impazzire la nostra fede. Se Cristo è con noi, nulla potrà accaderci di male, perché lui è la Vita e abita in noi. La perplessità di fronte all'evento di un vento e di un mare che ascoltano la voce del loro Signore somiglia di gran lunga alla nostra perplessità di fronte a Cristo. Quante volte dovremmo anche noi ci chiediamo: Ma chi è veramente Cristo per me? È il mio Dio oppure è uno che dorme?...

PREGHIERA
Frema il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne davanti al Signore che viene (salmo 97).

CONTEMPLAZIONE

È sera. E il silenzio della notte che avanza mi fa pensare a questo ponte di buio che mi separa dal domani. Un ponte lanciato sull'alba che mi consente di non perdere nulla di ciò che è stato ma di portarlo con me, all'altra riva. Averti, mio Signore, è tutto ciò che spero ogni istante. Ma per averti non è sufficiente prenderti con me, tu mi chiedi di fidarmi, di starti accanto, di non pretendere di pensare a risolvere lì dove l'ultima parola è la tua. Posso comandare io al vento? Ma se non riesco a comandare al vento della mia ira e lascio che sconquassi le assi della mia barca e delle barche vicine? E come potrei placare le onde del mare quando, sicuro di non fare del male a nessuno, non mi rendo conto di tutto il bene che potrei fare e non faccio? Quante volte dico, percuotendomi il petto, che: ho molto peccato in pensieri parole opere e omissioni, ma quante volte considero peccati i miei pensieri e i vuoti di amore?

Il Vangelo dei piccoli
Il vangelo di oggi è come una parabola. Ci sei tu che sei un discepolo di Gesù. C'è Gesù che sale sulla barca con te. Ci sono i tuoi amici che come te hanno Gesù per amico. La barca è la vita. Con Gesù non c'è pericolo di stare fermi, si sta sempre in cammino. Da una riva all'altra... le barche sono tante sul mare... Gesù si mette a dormire ed è talmente tranquillo che si è messo per bene: a poppa, sul cuscino. A un certo punto si leva una tempesta: vento forte che muove il mare e le barche si riempiono di acqua perché le onde sono alzare dal soffiare del vento. I discepoli si spaventano, Gesù continua a dormire. Che succede? Se pensi a chi è Gesù, invece di spaventarti te ne vai vicino a lui e stai tranquillo perché comunque vadano le cose lui che è Signore del cielo e della terra, del mare e di tutto ciò che esiste farà qualcosa. Se invece ti fai prendere dalla paura, allora ti innervosisci e rimproveri Gesù che invece di fare qualcosa sta lì a dormire. La paura è come il mare in tempesta, ti sommerge e ti fa affondare. L'unico modo per vincere la paura è fidarsi di Gesù che non ti abbandona al vento e al mare in burrasca, ma ha cura di te e ti salva sempre.