Omelia (30-06-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Se tu vuoi, puoi mondarmi

La lettura odierna ci presenta la guarigione di un anonimo lebbroso che venne a prostrarsi davanti a Gesù. Nell'incontro il malato formula un grandissimo atto di fede e di fiducia in lui, ed è certo che Cristo Signore potrà guarirlo. Infatti il lebbroso dice: "se tu vuoi, puoi". Egli fa leva sull'amore, sulla compassione di Cristo, e lo sa bene che l'amore non gli dirà certo di no. Si affida completamente alla libertà di Dio. E' così che Gesù aveva insegnato a pregare. Egli rispose con le stesse parole: "Lo voglio; sii mondo!" E' una volontà di grazia e di misericordia che si effonde su quell'infelice. "Stendendo la mano, lo toccò". Gesù non teme di divenire impuro anche lui, secondo la legge, né di essere accusato dagli avversari come trasgressore delle norme stabilite. Gli impone tuttavia di non divulgare il fatto strepitoso e di compiere quanto comanda la legge. Il lebbroso deve presentarsi ai sacerdoti, perché verifichino l'avvenuta guarigione, e fare la dovuta offerta in segno di riconoscenza a Dio, dal quale vengono la guarigione e la nuova vita. Il tutto deve servire "come testimonianza per loro". Gesù non cerca se stesso; opera con semplicità il bene e indirizza a Dio la riconoscenza degli uomini. Gesù come Mosè scende dal monte, ma non più con una parola da osservare, ma come Parola compiuta: è il Figlio, che fa grazia ai fratelli. Guarire dalla lebbra è azione esclusiva di Dio, Signore della vita e della morte. "Privi della gloria di Dio, siamo gratuitamente vivificati dalla sua grazia". L'uomo è trasformato dalla Parola, che gli tocca il cuore. L'umiltà di riconoscere i nostri limiti, la volontà e la fiducia di poterne essere guariti, l'iniziativa di rivolgerci all'unico medico, Cristo, ci faranno essere molto meno lebbrosi e più purificati.