Omelia (02-07-2006) |
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Tutti conosciamo quella bellissima bambola russa denominata "matrioska" che, aperta a metà, ne contiene un'altra e poi un'altra ancora e così via. Il brano del vangelo di oggi mi ha richiamato questa immagine perché dentro a un miracolo ce ne stanno nascosti altri. Mentre infatti Gesù parte in quarta per andare a risuscitare la figlia di Giairo, viene "derubato" strada facendo di un altro miracolo, quello della guarigione istantanea di una donna sofferente da tempo di una grave malattia ginecologica. Ma dentro a questi miracoli ci sta a fare da molla la "fede", quella collettiva di Giairo e del suo seguito e quella individuale di una donna del popolo. E dentro a questa fede ci sta un particolare non trascurabile che ne evidenzia addirittura la sua natura e dinamica prioritaria. Ed è Gesù a evidenziare questo particolare: "Ti salvo perché tu ci credi" e non "Ti salvo affinché tu possa credere". Un credere allo stato puro che è già di per sé "miracolo" (etimologicamente dal latino "mirabilis", "ammirevole") facendo parte della categoria dei doni gratuiti di Dio; per cui si può dire tranquillamente che la vera realtà "mirabilis" è dentro, precede e scatena l'evento esterno della "guarigione" della donna e della "resurrezione" della ragazzetta.. Sarebbe sufficiente questa annotazione a consolidare la consapevolezza della necessità di ribaltare il nostro modo di pregare spesse volte sbilanciato nel verso dell'ottenere piuttosto che nel verso del ringraziare per quanto già ottenuto in dono, compreso il dono del poter pregare. Il vero "miracolo" non sta tanto in quello che accade dopo l'orazione, m< sta nell'orazione stessa come espressione della fede. Il vero miracolo è quello del poter pregare. E' ammirevole cioè la fede; è questa la realtà "mirabilis" su cui Gesù intende focalizzare la nostra attenzione oltre a quella dei presenti alla scena di allora. Oltre tutto una attenzione riservata a pochi intimi, come risulta nel caso della ragazzetta morta e risuscitata. A questi pochi raccomanda di tenere la bocca chiusa. La spettacolarizzazione della fede non attiene al mondo della fede! Dio agisce nel silenzio e in profondità. Gesù non cerca applausi, ma applaude discretamente l'anima umile e orante. Ecco cosa c'è dentro l'involucro esterno del "miracolo", un invito all'anima di la fede umile e orante. Una volta, passeggiando in un bosco in compagnia di una persona con la quale si era appena terminata la recita del rosario mi sono sentito dire da questa persona: "E adesso recitiamo una Ave Maria per ringraziare la Madonna di averci concesso la grazia di aver recitato il rosario" Ho avvertito commozione nel fondo della mia anima . Commento a cura del prof. Gigi Avanti |