Omelia (09-07-2006) |
Totustuus |
Un profeta non e' disprezzato che nella sua patria Lettura Nel Vangelo di oggi, Marco narra il ritorno di Gesù a Nazaret. I suoi concittadini ascoltano con stupore il suo insegnamento, ma, ben presto, questo stupore si tramuta in incredulità. Una chiusura che sembra essere preannunciata nelle parole che Dio rivolge al profeta Ezechiele nella prima lettura. Nella seconda lettura, anche Paolo, in continuità con il vangelo, ricorda come la potenza del Signore si riveli proprio lì dove meno si immagina. Meditazione Di sabato, Gesù si reca nella Sinagoga di Nazaret e inizia a insegnare. Coloro che lo ascoltano rimangono stupiti e si pongono domande riguardo i suoi insegnamenti, la sapienza che emerge dalle sue parole, i prodigi compiuti dalle sue mani. Tutte domande che invitano a cercare, ad andare al di là dei fatti e delle semplici parole, per trovare la verità. Ma ben presto le domande cambiano, evidenziando solo ciò che di Gesù era ben noto: era un carpentiere, sua Madre era Maria; di lui si conoscono i parenti più stretti. In fin dei conti, Gesù sembra proprio un uomo come tanti altri e lo stupore, che apriva alla ricerca, diviene scandalo davanti alla possibilità che una persona così normale, di cui si conosce tutto, sia veramente il Figlio di Dio. Lo scandalo porta all'incredulità che non permette a Gesù di compiere prodigi e diviene motivo di meraviglia per il Signore stesso. Dio, anche oggi, continua a parlarci attraverso realtà molto umane: la sua Chiesa, santa e peccatrice, i poveri, i sacramenti, la Scrittura, parola di Dio in parola di uomini, i fatti, a volte così ambigui, della nostra storia personale e della storia del mondo. Ciascuno di noi è chiamato a scegliere come collocarsi davanti a questi avvenimenti: in un atteggiamento di stupore che cerca di andare al di la' delle apparenze per cogliere la parola che Dio vuole rivolgerci; o in un atteggiamento di chiusura, di scandalo, davanti a un Dio che sceglie di rivelarsi attraverso vie così umili, così ordinarie, così diverse da come noi vorremmo. Preghiera "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez. 36,26): con queste parole chiedo al Signore di trasformare il mio cuore di pietra in un cuore di carne capace di aprirsi alla sua parola. Agire Provo ad individuare una realtà che mi è di scandalo e mi pongo davanti ad essa in una situazione di apertura, per cercare di scoprire cosa il Signore vuole rivelarmi di se stesso attraverso di essa. Da "Messa e meditazione" - mensile delle Edizioni ART |