Omelia (16-07-2006)
Totustuus
Commento Marco 6,7-13

Lettura
Nella prima lettura, Amasia, sacerdote nel santuario di betel, invita Amos a non profetizzare più in Israele. Ma Amos risponde rivelando come la sua missione abbia origine direttamente da Dio che l'ha preso e invitato a predicare in Israele.
Nel Vangelo viene presentato un altro invio: questa volta è Gesù che manda i suoi apostoli a predicare, a scacciare i demoni e a guarire i malati.
Nella seconda lettura Paolo ci ricorda qual è la prima chiamata che ci vede tutti destinatari: essere figli nel Figlio, fatti eredi per mezzo di Gesù Cristo.

Meditazione
Gesù, inviando i Dodici, assume quel ruolo che, nell'Antico Testamento, era proprio di Dio che mandava i suoi profeti ad Israele perché richiamassero il popolo alla conversione.
Nelle parole di Gesù emergono due realtà: l'essenzialità di ciò che gli apostoli possono portare con sé (un bastone, i sandali, una veste), e il comportamento da tenere nei confronti delle città che si chiudono al loro annuncio. La povertà che caratterizza gli inviati mette in evidenza come l'unica cosa su cui davvero possono fare affidamento è il messaggio che devono annunciare e il potere che Gesù ha loro conferito. L'invito a scuotere la polvere dai piedi delle città rimanda, invece, ad una usanza ebraica: un ebreo, che rientrava in Palestina dopo un viaggio all'estero, doveva scuotere la polvere dai piedi prima di passare il confine per non contaminare la terra di Palestina. Compiendo quel gesto, gli apostoli rivelano la presa di distanza da chi si chiude al loro messaggio: un'ostilità che è prima di tutto chiusura verso colui che li ha inviati.
Davanti a questo testo possiamo interrogarci riguardo il nostro rapporto con Gesù per vedere se riusciamo a vivere la nostra vita quotidiana sentendoci inviati da Lui, mandati a continuare la sua opera. Coscienti che anche oggi il Signore parla attraverso i suoi messaggeri, possiamo anche chiederci come reagiamo davanti all'annuncio che il Papa proclama oggi per mandato del Signore.

Preghiera
"Ascolterò cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore" (Sal 85,9): con le parole del Salmo, chiedo al Signore la grazia di aprire il cuore all'ascolto della parola del Santo Padre.

Agire
Cercherò di mettermi in un atteggiamento di ascolto verso la Sede Apostolica, cercando e leggendo i testi autentici e non i riassunti dei quotidiani, vedendo in essa il messaggero che il Signore mi invia.

Da "Messa e meditazione" - mensile delle Edizioni ART