Omelia (16-07-2006) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Li mandò due a due In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due. Il brano si apre con l'invio in missione dei Dodici. Tutti sono mandati, nessuno escluso, questo indica che l'annuncio del Vangelo non è un'incombenza riservata ad alcuni membri della Comunità, ma a tutti i discepoli che aderiscono alla fede in Gesù. Gli Apostoli sono inviati due a due, non per farsi compagnia, ma per una ragione teologica. Il cristianesimo non può essere vissuto che in Comunità e, per costituire una Comunità è necessario essere almeno in due per avere tra i due la "Presenza di Gesù". L'evangelizzazione non è mai opera di individui che predicano le proprie intuizioni o aspirazioni personali. Chi annuncia il Vangelo deve mantenersi in piena sintonia e comunione con Gesù, attraverso la Chiesa. C'è un'altra ragione importante: l'andare a due a due si fonda su una promessa di Gesù: "Dove sono due o tre uniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro". Ciò che si annuncia non è una dottrina, ma una Persona, resa presente dalla concordia e dall'amore tra i discepoli: "Da come vi amerete crederanno in me". L'esperienza cristiana è un'esperienza visibile, concreta. Nella Novo Millennio ineunte, Giovanni Paolo II afferma: "Non una formula ci salverà, ma una Persona". E' una Persona, Gesù Cristo, il contenuto del Vangelo. E' interessante notare nel brano che Gesù non dice cosa devono dire i discepoli, ma come devono andare. Da come essi si presenteranno, essi diranno un'esperienza, saranno credibili, non dovranno convincere con le Parole, ma convinceranno in quanto testimoni di un'esperienza vissuta nell'amore reciproco. L'annuncio non è solo parola, ma avviene nella potenza di Gesù reso presente dall'amore reciproco. E' la sua Presenza che opera miracoli, prodigi, che scaccia i demoni, che permette di compiere opere ancora più grandi del Maestro. E' per questo che Gesù dice di non portare nulla con sé: né pane, né bisaccia, né denaro. E' nella debolezza, dirà San Paolo, che si manifesta la potenza di Dio: "Ti basta la mia grazia". E' con questa coscienza di una grande inadeguatezza dinnanzi al ministero che Gesù affida a ciascuno, ma nello stesso tempo con la convinzione che Lui ci precede là dove andiamo, anzi viene con noi, che è sorretto ogni sforzo missionario. L'esperienza di Angelo e Mary, una coppia di Sarnico, illumina oggi questa esperienza.Sessant'anni di vita, trentuno di matrimonio, dodici di vita missionaria in Brasile: sono i numeri che riassumono le tappe più significative della nostra esistenza. Nel nostro cuore di giovani fidanzati e poi di sposi sempre è stato presente un grande amore alla missione, che non trovava, però, uno spazio concreto di realizzazione. Attraverso l'incontro con la Comunità Missionaria di Villaregia abbiamo sperimentato che Dio sempre realizza i desideri più profondi del cuore. Nel carisma della Comunità abbiamo percepito che lo Spirito ci stava indicando un modo nuovo di vivere la nostra vita coniugale e familiare: essere una famiglia aperta sul mondo, nel cui focolare anche i fratelli più lontani e più bisognosi potessero entrare. Fu questo il periodo della casa "invasa" da medicinali, da vestiario usato, ma anche da persone che desideravano amare i più poveri. Pensavamo d'aver realizzato in questo modo la nostra passione missionaria, ma i disegni di Dio ci hanno sorpassato. All'età di quasi 50 anni si è presentata la possibilità di recarci nella missione di Belo Horizonte, in Brasile. Tale proposta significava una "rivoluzione" per la nostra vita: lasciare le persone care, la casa, il lavoro, la patria, e chiedere a nostra figlia Chiara, tredicenne, di abbandonare il suo ambiente per affrontarne uno sconosciuto per la lingua, le usanze, la cultura. Sono stati mesi di riflessione, preghiera, attenzione ai segni di Dio. Fidandoci della Provvidenza, il 13 agosto 1989 la nostra famiglia è giunta in Brasile, con tanto timore, ma anche con la grande gioia di poter essere famiglia a servizio della missione. Conoscendo le varie situazioni di povertà e di dolore di quella realtà, ci siamo chiesti che cosa avrebbe potuto fare una piccola famiglia come la nostra in quel contesto. Ben presto abbiamo compreso che con la Comunità, potevamo offrire, in un ambiente dove la situazione della famiglia è particolarmente in crisi, la testimonianza della nostra vita di comunione. In quest'esperienza ci sentiamo confermati dalla vicinanza di tanti amici italiani che, pur da lontano, continuano a sostenerci con la loro condivisione. Anche se l'età ci costringerà un giorno a rimpatriare, siamo certi che il nostro amore per questa gente continuerà attraverso nostra figlia. Chiara, che aveva aderito al progetto di trasferirci in Brasile, ha incontrato proprio qui Elton, colui che è diventato suo marito. In questi 12 anni, accanto alle gioie, non sono mancate le piccole e grandi croci che, imparando dai poveri, abbiamo offerto al Signore. Angelo e Mary Algisi Possiamo farci questa domanda: oggi nel tempo multimediale, Gesù cambierebbe stile? Come manderebbe i suoi discepoli? Quali raccomandazioni farebbe loro? I tempi sono cambiati è vero, tuttavia traspare nitida dal Vangelo la preoccupazione che, fra i discepoli, si infiltri la convinzione che l'efficacia della missione dipenda dalla quantità di mezzi materiali che si hanno a disposizione. No, dipende tutto se andiamo insieme, se ci vogliamo bene e se Lui è tra noi. Signore, oggi si fanno tanti incontri, si discute, addirittura si fanno congressi per impostare metodi di evangelizzazione sempre nuovi, sempre più all'altezza delle nuove sfide della società, ma ci dimentichiamo che tu ci hai già comunicato il segreto per una missione sicura: andare a due a due perché tu sarai lì in mezzo. Non è facile andare a due a due, questo chiede sempre la disponibilità a morire, almeno uno dei due, a perdere la propria idea... Non è facile accogliere la proposta dell'altro quando la mia sembra migliore.... Che sciocchi! Se tra i due ci sei tu, allora la proposta vincente sarà la tua, non sarà ne la mia, né la sua, ma la tua. E la tua proposta è sempre quella giusta! Buona domenica. |