Omelia (16-07-2006)
LaParrocchia.it
"Gesù chiamò i Dodici e li mandò a due a due" (Mc 6,7)

Fratelli nella fede,
Partono i discepoli a due a due, forti solo di un amico e di una Parola. Solo un bastone a sorreggere il cammino, e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiare la stanchezza e un amico per appoggiarvi la solitudine. È importante quest'andare due a due, avere uno su cui contare, un amico almeno, che ti garantisca, nelle parole del quale cercare l'evidenza che esisti, che sei amato, che se capace di relazioni positive, che non si crede da soli.

Perché se è solo, l'uomo è portato perfino a dubitare di se stesso. Il primo annuncio dei Dodici è la loro vita stessa, un evento di amicizia, un germe di comunità, la vittoria sulla solitudine. (E. Rochi).
La domenica scorsa, la liturgia ci ricordava che, come cristiani, dobbiamo rendere testimonianza della nostra fede a Gesù Cristo, essere i suoi messaggeri presso i nostri fratelli. Il battezzato ha ricevuto questa missione: "Tu sei membro di Gesù Cristo, sacerdote, profeta, re" si è sentito dire nel momento in cui ha ricevuto sulla fronte l'unzione con l'olio santo. E in quanti campi ci sono gli "incaricati di una missione": nella diplomazia, nell'esercito, nell'economia, ecc. E vengono scelti, sono accreditati solo elementi competenti e degni di fiducia. Noi a quali condizioni potremo essere dei testimoni validi del vangelo? Sarebbe urgente che ci ponessimo il problema...

Abbiamo mai intravisto lo splendore del piano amoroso di Dio, realizzato nel suo Figlio e per mezzo del suo Figlio: rendere tutti gli uomini suoi figli, a pieno diritto? Cooperiamo alla realizzazione di questo piano, aiutando i messaggeri di Cristo, sacerdoti, missionari, cristiani impegnati, ad assolvere il loro compito evangelico?

Personalmente siamo testimoni di Cristo col nostro amore a Dio e agli uomini, la nostra sollecitudine per il regno di Dio, la nostra vita di rinuncia e di generosità?
Amos, un semplice contadino, è mandato da Dio a rimproverare al re d'Israele e ai sacerdoti del santuario di Betel il formalismo e la superficialità della loro religione. Amasia, uno dei sacerdoti fedeli al re, gli intima l'ordine di abbandonare il paese. Amos reagisce vivamente: ha la missione di profetizzare, quindi profetizzerà. Come reagiamo noi quando siamo chiamati a professare o a confermare la nostra fede? Siamo abbastanza forti e coraggiosi, da non lasciarci imbavagliare?

Missione esaltante quella alla quale ogni cristiano è invitato a cooperare: è la missione stessa della chiesa. Diffondere fino agli estremi confini della terra il messaggio evangelico. A quali condizioni potrà essere un testimonio valido, un portatore autentico della parola di Dio?
A condizione di essere:

- Preso e attirato da lui. "Il Signore mi ha preso quando stavo dietro al mio bestiame", grida Amos. Essere testimone di Cristo, significa andare a proclamare il suo amore. E come possiamo farlo se non siamo convinti che egli ci ama, se non siamo "sedotti" come dicono i profeti - dal mistero del suo amore?

- Assolutamente disinteressato. Non si deve cercare in alcun modo la propria gloria o il proprio interesse personale. Senza questo disinteresse totale è impossibile trovare anche il minimo ascolto. Solo nel disinteresse la povertà evangelica acquista tutto il suo significato. Tutto ciò che è "avere" o desiderio di avere appesantisce e paralizza.

- Sereno e lieto nonostante tutto. Malgrado le rinunce, i sacrifici, gli insuccessi, le persecuzioni, il cristiano, testimonio di Cristo e portatore del suo messaggio, conserva nel cuore una gioia inalterabile: la gioia che si prova, quando si ama.

Tu ci mandi e noi andremo Signore, ad offrire la tua parola che sa di pace e di perdono, di fraternità e di amore. Ovunque e sempre, Signore, siamo in missione, non per conquistare la gente ma per far conoscere, nel rispetto della libertà di ogni coscienza, la tua proposta di salvezza, che cambia la faccia della terra inaugurando la civiltà dell'amore.
Con Lui tutto è possibile; senza di Lui, nulla di buono possiamo fare. Fa', O Signore, che non ci stanchiamo e che non perdiamo mai il coraggio di annunciare la tua parola di verità, perché è la tua parola che ci fa liberi e fedeli testimoni del tuo amore. Sia lodato Gesù Cristo.