Omelia (16-07-2006) |
padre Paul Devreux |
Domenica scorsa, predicando a Nazareth, il Signore ci ha invitato a parlare di lui nel nostro ambiente. Oggi manda i suoi discepoli a predicare. Gesù li manda due a due perché in due si è più credibili. E' come in un processo; un solo testimone non basta, mentre due che raccontano la stessa storia sono più affidabili. Li invita a non portarsi dietro un granché. Anche questo è importante, non tanto per essere o sembrare poveri, ma per essere liberi nei movimenti, senza paura di rimetterci qualche cosa e, soprattutto, perché così si può fare una grande esperienza della provvidenza divina. Se parlo del Signore, ho bisogno di vedere che il Signore conferma, in qualche modo, ciò che dico. Questo è fondamentale ed è questo il motivo per cui è tanto importante per un cristiano testimoniare la sua esperienza di Dio. E' bello perché così tocco con mano che Dio c'è e questo mi aiuta a credere di più. Inoltre, parlando, mi chiarisco le idee anch'io. Ricordiamoci che ciò che so veramente è ciò che so spiegare e ciò che è vero è ciò che so raccontare. Gli apostoli andavano e guarivano. Questo era per loro un grosso aiuto ed una conferma che erano sulla strada giusta. Anche noi abbiamo bisogno di fare esperienze simili. Signore, insegnaci a parlare di te e sostienici quando ci proviamo. |