Omelia (23-07-2006)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Nelle letture di oggi ci sono due figure emblematiche che ricorrono spessissimo nella sacra scrittura: il pastore e le pecore.

Quello che ci ha colpito di più nel brano di Vangelo è questo senso di "essere pecore" che è proprio del "popolo di Dio".
"Gesù si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore".
E noi ci sentiamo, anche oggi, un po' "pecore allo sbando": intendiamoci, anche senza "pastore" mangiamo, beviamo, godiamo della vita, ma... corriamo a vuoto, senza una meta. Se ci pensiamo bene le azioni che compiamo ogni giorno (lavorare, mangiare, andare in vacanza, fare all'amore...) sono fini a se stesse, si giustificano l'una con l'altra, ma nessuna (o tutte insieme) ci dicono perché lo facciamo e dove vogliamo arrivare.

Ecco, siamo proprio come pecore e, sotto questo punto di vista ben si giustifica l'azione di Gesù che, in conseguenza di questo smarrimento della folla, gregge disperso che "andava e veniva", "si mise ad insegnare molte cose". Gesù ci dice cosa fare, dove andare, dà un senso al nostro "essere gregge".

In questa immagine del "pastore e del suo gregge" c'è un altro aspetto particolare: il pastore condivide con il suo gregge ogni momento della giornata, il sole, la pioggia, la vita e la morte. Proprio come Gesù.
Anche nella vita della nostra coppia Gesù condivide con noi la vita di tutti i giorni. Siamo un piccolo gregge di due persone, o qualcuna in più con i figli, che il Signore guida con la sua Parola, con il suo insegnamento, stando con noi, condividendo la nostra vita.
Noi, famiglia, abbiamo un compito facile, facile: starlo ad ascoltare, seguire il suo insegnamento, come le pecore fanno con il pastore.

Le letture di oggi costituiscono un tema coordinato molto significativo di insegnamenti. E così Geremia ci garantisce che il Signore "personalmente" si impegna ad essere nostro pastore, ci radunerà, ci guiderà, ci darà nuovi pastori e non mancherà mai neppure una pecora.
Il Salmo è un immenso, poetico inno di fede nel Signore: di fronte a quelle parole, a quelle promesse, siamo (ci si permetta l'espressione) in una botte di ferro.

E nella lettera di San Paolo abbiamo la conferma degli effetti che l'essere "gregge del Signore" produce: "Egli è la nostra pace, ha fatto di due popoli uno solo, abbatte muri di separazione, distrugge l'inimicizia..."

E come "pecore" ci ha fatto dono della libertà di dire di si al nostro Pastore.

Commento a cura di Gloria e Riccardo Revello di Genova