Omelia (23-07-2006)
padre Paul Devreux


Oggi vediamo Gesù che accoglie i discepoli che tornano dal loro primo tentativo di evangelizzazione. Contempliamolo, provando a metterci nei suoi pannim per capire meglio. Io cosa avrei fatto? Penso che avrei domandato com'è andata perché m'interessa sapere se hanno avuto successo, se l'annuncio ha riscontrato simpatia. Gesù sembra fare la stessa cosa ma, se stiamo attenti, ci accorgiamo che la sua preoccupazione è un'altra: a lui interessa solo sapere come stanno i discepoli, e non se l'annuncio ha avuto successo.

Mi ricordo che un mio amico mi raccontava che quando tornava in ufficio dopo aver fatto dei viaggi faticosissimi all'estero come rappresentante, ci rimaneva male perché gli domandavano subito se aveva venduto qualcosa, ma nessuno gli chiedeva come stava o se aveva bisogno di qualche ora di riposo. Gesù è il contrario; si preoccupa del bisogno di chi ha davanti. In questo caso si preoccupa di ascoltare il racconto dei discepoli e di trovare un modo per farli riposare, facendo un giro in barca.

Quando sbarcano c'è già una folla radunata che lo aspetta, e Gesù si commuove per loro. Subito si rimette al loro servizio.

Ma perché lo cercano? Proprio perché hanno trovato uno che si preoccupa dei loro bisogno disinteressatamente, uno che gli vuole bene.

Donaci, Signore, di scoprire sempre più questo tuo amore. Fa' che questo invogli anche noi a preoccuparci più dei bisogni degli altri che dei nostri.