Omelia (23-07-2006)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)
Anche Gesu' va in vacanza

A chi non piace il Gesù di questa domenica che invita i suoi Apostoli a riposarsi un po'! Una pagina del Vangelo che sembra in sintonia con le nostre vacanze di questo caldo luglio. Che senso ha il riposo in una vita che sembra già tanto breve, in una vita in cui non riusciamo mai a fare tutto quello che vorremmo... Il tema proposto dalla Parola di questa domenica è di estrema attualità. Il ritmo della vita ha preso una velocità che supera le nostre capacità di adattamento: stressati, depressi... abbiamo perso il gusto del vivere. Oggi la vita sembra obbedire ai verbi: affrettati, corri, sbrigati. Tutto deve essere fatto in modo rapido, veloce; il correre è diventato una frenesia e una malattia. Stiamo obbedendo al proverbio: "Chi si ferma è perduto", per rispondere alla domanda della legge economica impostata sulla concorrenza, sul guadagno, sul profitto, dove un attimo vale cifre astronomiche. Ma è perduto anche chi non si ferma mai. E' perduto dietro parole, immagini, informazioni, emozioni che ruotano vorticosamente e si consumano rapidamente senza che si abbia la possibilità di avvicinarle con pacatezza e di ospitarle dentro i propri spazi conoscitivi e affettivi. Succede che invece di integrare le cose dentro di sè, sono le persone a consegnarsi alle cose e ci si ritrova frantumati in mille pezzettini, dispersi. Si diventa come ingranaggi di una macchina che non si ferma mai. Forse ricordiamo la scena di Charlot alle prese con la catena di montaggio in "Tempi moderni"... E' l'immagine esatta di questa situazione. Non si ha tempo di capire e di gioire di ciò che la vita offre giorno per giorno. Stiamo viaggiando con la nostra vita come fosse un'autostrada con la sola preoccupazione di superare la distanza nel minor tempo possibile, senza nulla godere del paesaggio che si attraversa. Ci ritroviamo dall'altro capo dell'esistenza senza neppure accorgerci di aver vissuto. Il sole che ogni giorno sorge per ciascuno di noi non è visto da nessuno, eppure c'è spettacolo migliore nella natura della vita che oggi nasce?
Perdere tempo è il modo migliore di ritrovarlo. Trascorrere un tempo di riposo e di raccoglimento è anche un andare "alla ricerca del tempo perduto" è ritrovare se stessi dentro di sè: "Chi sono? Cosa voglio? Dove vado?"
Vi è un tempo necessario, anche quando sembra inutile, come il seme che rimane nascosto sotto terra per molto tempo prima di dare il frutto. Significativa a questo riguardo una pagina di Ignazio Silone in "Vino e pane":
"Per fare il pane ci vogliono nove mesi", disse il vecchio Murica.
"Nove mesi?" domandò la madre.
"A novembre il grano è seminato, a luglio mietuto e trebbiato."
Il vecchio contò i mesi: "Novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio. Fanno giusto nove mesi. Per maturare l'uva ci vogliono anche nove mesi, da marzo a novembre".
Egli contò i mesi: "Marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre. Anch'essi fanno nove mesi".
"Nove mesi?" domandò la madre.
Essa non vi aveva mai riflettuto.
Lo stesso tempo ci vuole per fare un uomo. Luigi nacque nel mese di aprile.
Sottovoce ella contò i mesi all'inverso: "Aprile, marzo, febbraio, gennaio, dicembre, novembre, ottobre, settembre, agosto."
Da agosto ad aprile ci vollero nove mesi.


Recuperare il tempo di riposo è importante. A volte però anche le nostre vacanze diventano tempi frenetici: code interminabili, spiagge affollatissime, discoteche frenetiche... E' importante fare scelte giuste anche durante il riposo. Un giorno Paul Claudel, un grande poeta, entrò in una chiesa a mezzogiorno in piena estate e fece questa preghiera:
E' mezzogiorno. Vedo la Chiesa aperta. Bisogna entrare.
Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.
Non ho niente da offrire e niente da domandare.
Vengo solamente, o Madre, per guardarvi...
Non dire niente, guardare il vostro viso,
E lasciare il cuore cantare nel suo proprio linguaggio...


Alla scena di Gesù con gli "apostoli", subentra la scena di Gesù e le "folle". I discepoli sembrano rimanere nella seconda scena del Vangelo imbrogliati. Infatti, arrivati al luogo del riposo ritrovano le folle "che non permettevano loro nemmeno di mangiare". E come si atteggia Gesù con le folle che l'hanno preceduto al di là del lago? Noi avremmo imprecato, fatto dietro front e ce ne saremmo andati da un'altra parte. Ma Gesù non si comporta come un manager, rigido osservatore del proprio orario di lavoro e geloso custode della propria privacy... Semplicemente si "commuove" cioè viene investito nell'essere più profondo da quella folla: "Si commosse perché erano come pecore senza pastore". Gente stanca, che aveva camminato sotto il sole, sudata, sporca, con la faccia bruciata dalla fatica, dal dolore, dalla stanchezza... Gente che lo cerca non perché si era saziata di pane (ancora deve avvenire il miracolo della moltiplicazione dei pani che sarà solo una conseguenza dell'essere stati con Gesù), ma perché desidera ascoltarlo. E' una folla in cerca del riposo vero, una folla che cerca parole di salvezza, parole eterne, parole che rimangono, che danno certezze e per questo riposo. Ha trovato qualcuno che non la disprezza, ma che le dà una speranza. Gesù si commuove davanti alla loro umanità umiliata e offesa dai potenti e ancor più di fronte al loro bisogno e alla loro attesa del Regno di Dio. Solo se avremmo trovato il senso del nostro essere, solo se saremmo veramente centrati su Dio e dunque ritrovando noi stessi, saremmo capaci di avere occhi che sanno vedere le necessità dei fratelli e quindi riempirsi di "commozione". Buona settimana e... buon riposo.