Omelia (06-08-2006)
don Roberto Rossi
Il tuo volto, Signore, io cerco

La parola di Dio di questa domenica è tutta incentrata sul mistero della
Trasfigurazione. Il profeta Daniele presenta Dio nel momento in cui appare
come giudice e signore della storia. Allo stesso modo, parla di Uno "simile
ad un figlio di uomo", che è stato costituito quale signore dell'universo.
Pietro, nella sua lettera, ci parla della sua esperienza sul Monte Tabor,
quando ascoltò per la prima volta le parole del Padre: Questi è il Figlio
mio prediletto, ascoltatelo. Marco nel vangelo narra l'evento di rivelazione
della vera identità di Gesù, confermata dalla voce della nube. La
Trasfigurazione di Cristo è un'0anticipazione di ciò che sarà la sua gloria,
quando tornerà in cielo. Prima della passione Egli schiude ai suoi aspostoli
una "finestra" sulla realtà del cielo, affinché contemplino la sua gloria e
non si scoraggino di fronte alla sua passione e morte.
Nel racconto della Trasfigurazione del Signore possiamo sottolineare
soprattutto i verbi "vedere" e "ascoltare". Sono i tipici verbi della
mistica, attraverso i quali si può tentare di balbettare qualcosa del
mistero di Dio e della nostra comunione con lui: vedere con gli occhi della
fede e ascoltare con il cuore per conoscere l'inconoscibile, poiché "Dio
nessuno l'ha mai visto", ma proprio Cristo, Figlio dell'uomo e Figlio di
Dio, lo ha rivelato. Per questo Gesù invita ciascuno a stare in disparte con
Lui, ad elevarsi, per un momento, sopra la pianura delle cose quotidiane per
contemplarlo faccia a faccia e, in lui, ritrovare il nostro volto, il senso
vero della nostra esistenza. Essere con Lui, nell'intimità che lo unisce al
Padre, è il fine per cui siamo creati, perché con Lui realizziamo ciò che
siamo: figli del Padre. Gesù trasfigurato è la verità di Dio e dell'uomo
chiamato ad "essere come Dio" (cfr. Gn 3,5), ad essere trasformato dallo
Spirito in quella medesima immagine. Ma il monte della gloria è la meta a
cui si giunge solo passando per il Golgota, il monte della croce. Dio,
infatti si è rivelato totalmente e definitivamente in Gesù crocifisso e
risorto: quello è il volto del Padre, il volto del suo amore per noi.
Vedere. Ogni cristiano è invitato a fare propria l'esperienza degli apostoli
che sono stati testimoni oculari della grandezza di Cristo. Noi possiamo
contemplare Cristo nella sua parola, che è il Vangelo, noi possiamo vedere
la sua presenza e il suo volto con la luce della fede che ci unisce a Lui e
ci aiuta a sentirlo accanto a noi nelle varie situazioni della vita, nel
volto dei fratelli, nell'Eucarestia. "Mostrami il tuo volto Signore, non
nascondermi il tuo volto. Mostrami il tuo volto e io sarò salvo".
Ascoltare. "Questi è il mio Figlio prediletto: ascoltatelo"! Ascoltare
significa percepire quella voce divina che proclama la divinità di Cristo e
che invita ad accogliere la sua parola; è contemplare con la mente e con il
cuore. Ascoltare significa conformarsi a Gesù per comprendere la volontà
del Padre e assumere i suoi stessi atteggiamenti di offerta, di amore e di
servizio fino al dono totale della vita sulla croce.
Il Signore Gesù si è trasfigurato davanti ai tre apostoli, perché d'ora in
avanti siano certi della sua divinità, della sua grandezza, della sua
missione di Messia e Salvatore.
Poi li invita a scendere dal monte e a ritornare alla vita di ogni giorno.
Ma nella vita di ogni giorno e anche nei momenti oscuri, ricorderanno e
sapranno che Gesù è il Signore.
Anche noi vorremo ricordare nei momenti di buio ciò che Dio ci ha detto nei
giorni della luce; vorremo portare in tutti i momenti della nostra vita la
luce e la forza che il Signore ci ha dato in tanti momenti belli di fede e
di grazia.