Omelia (15-08-2006) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Una questione di meriti Maria ha il merito di essere la Madre del Signore. Ciò significa che a lei si devono ricompense e riconoscimenti in gran misura per aver accettato la proposta divina di generare nella carne il Verbo di Dio mentre si rendeva uomo per la salvezza di tutti; e tale decisione non fu esente da rinunce, rischi, imprevisti e disagi che di fatto la giovane donna si trovò a dover affrontare mentre partoriva, custodiva e proteggeva il Bambino Gesù man mano che le si presentavano le ben note circostanze di pericolo per l'incolumità di entrambi. Non va dimenticato che la sua scelta di maternità, assai compromettente per la sua vita, fu deliberata solo dopo attenta valutazione e ponderazione di ogni cosa e pertanto nella piena consapevolezza che lei avrebbe affrontato pericoli e rischi del tipo di cui si accennava poc'anzi: mentre noi con troppa facilità siamo abituati a vedere in un semplice e fugace "sì" la risposta di Maria all'Angelo Gabriele che le preannunciava che sarebbe diventata Madre del Signore, in realtà il suo consenso non è stato così riduttivo e generico. Vogliamo dire che lei non rispose semplicemente "si", ma piuttosto "Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto"; una risposta che allude ad una previa riflessione e capacità di raziocinio da lei esercitate prima ancora di scegliere e che pertanto sottolinea la capacità critica di questa donna che ha valutato i pro e i contro della sua decisione, per poi lanciarsi per un ruolo che aveva riscontrato non privo di pericoli e di rischi. Come abbiamo affermato in apertura, tutto questo le procurò dei meriti e delle ricompense. Ora, se la collochiamo sotto l'ottica dell'amore di Dio, qualsiasi ricompensa è proporzionata alla nostra disponibilità, al sacrifico e alla abnegazione con cui ci sacrifichiamo per gli altri e per lo stesso Signore Gesù Cristo: Dio ricambia in oro anche il minimo nostro esercizio, specialmente se sacrificato e non sarebbe un Padre di Misericordia se mancasse di elargirci il giusto guiderdone in relazione al bene che facciamo, il che non può che incutere coraggio e costanza anche a noi nella nostra esperienza di lotta e di perseveranza in mezzo alle vicissitudini della vita, nelle ingiustizie che siamo costretti a subire da parte degli altri, delle frustrazioni e delle rinunce a cui siamo spesso costretti molte volte non per nostra scelta... La ricompensa prima o poi arriverà, nella misura degli sforzi intrapresi. E quale condecorazione poteva ottenere Colei che, aveva accettato tutti i disagi e i rischi di siffatta difficile maternità? Come poteva Dio non manifestarsi grato e riconoscente verso questa fanciulla che nella sua consapevolezza e libertà aveva deliberato di rinunciare alla propria spensieratezza giovanile per l'incarnazione del Verbo nel Suo ventre? Ecco che allora l'Assunzione del corpo di Maria al Cielo diventa necessaria e fondata; chi la mette in discussione non rende Dio riconoscente e pieno di Amore così come egli è nei confronti dei suoi figli e manca di attribuirgli la dovuta fedeltà per la quale non può rinnegare se stesso (1Ts). Per aver ospitato nel suo grembo il Figlio di Dio, per aver rischiato in seno alla società a motivo di una prematura gravidanza - sia pure per opera dello Spirito Santo- per aver difeso il Signore Bambino averlo cresciuto negli stenti e nelle peripezie, e per altro ancora Maria meritava non soltanto che la sua anima fosse recata al cospetto della gloria eterna di Dio ma che anche il suo corpo fisico fosse preservato da ogni contaminazione con la terra e dalla putrefazione. Quindi: Assunta al Cielo, cioè Elevata agli strati della gloria celeste anche nel suo corpo materiale, per cui non si trova al modo luogo alcuno in cui vi sia traccia dei suoi resti mortali. E' vero che la Scrittura non fa esplicitamente riferimento alcuno a tale destino glorioso della Vergine, ma quanto sopra esposto è già motivo sufficiente per non dubitare di questo Dogma (Verità di fede) reso definitivo nel 1950 dal papa Pio XII. Inoltre, è ben visibile come Maria sia stata sempre associata a Cristo nella lotta contro il male e nell'opera di evangelizzazione, anche se Lei fu la prima redenta, e tale associazione deve per forza avere come conseguenza lo stesso destino di Cristo della corporeità al Cielo, anche se con un grossa diferenza. Dire infatti che Maria è stata Assunta al Cielo in anima e corpo non corrisponde a qualificarla come una seconda divinità o a ridurla ad un idolo o ad un mito: si tratta pur sempre di una creatura finita e limitata che dipende dal Creatore alla pari di tutti gli altri uomini e che a Lui rende gloria, la quale tuttavia per i suoi meriti E' STATA ELEVATA AL CIELO (non è ascesa!) Ecco perché si parla di "Assunzione" in riferimento a lei: con questo termine-differente da quello di "Ascensione" che spetta al solo Cristo- si intende dire che nel corpo e nell'anima ella è stata "portata", "condotta", "recata"... in Cielo in modo tale che l'iniziativa non sia stata sua personale ma che sia stato voluto da Dio il suo passaggio alla celeste dimensione sotto tali condizioni. Come abbiamo detto in precedenza, nella solennità dell'Assunzione al Cielo della Vergine noi ci sentiamo spronati a confidare nel Signore e spronati a sostenere le nostre lotte certi della futura ricompensa, e alla pari della stessa Maria, siamo esortati a coltivare la speranza che le nostre afflizioni avranno fine e soprattutto a guardare senza paura alla dimensione celeste verso cui tutti gli uomini sono diretti. Certo nessuno di noi meriterà l'Assunzione del corpo parimenti alla Madre di Dio, ma il fatto che questa creatura si trovi costì e in tale dimensione ci sta aspettando e intercede per noi presso il Padre come nostra Madre e Avvocata, ci è di sprone a far sì che raggiungiamo la pienezza della vita immortale alla fine dei nostri giorni terreni per godere la visione beatifica di Dio. Grazie o Dio per aver Assunto Maria!!! |