Omelia (06-08-2006) |
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"Maestro è bello ..." Il racconto della trasfigurazione affascina sempre. In una società multimediale dove siamo abituati a vedere i grandi effetti scenici, non è difficile immaginare la scena odierna descritta nel vangelo di Marco. Ma la differenza è che nel primo caso è finzione nel secondo, invece, è realtà storica. L'esplosione di luce rende visibile e anticipa quella della notte pasquale della Resurrezione. L'incontro con Mosè ed Elia indicano la centralità di Cristo nella storia della salvezza e ancora di più, svelando i simboli, tra la Legge e i Profeti regna l'Amore. Solo a Pietro, Giacomo e Giovanni è dato di assistere alla gloria del Signore, per un attimo si sono trovati in cielo, hanno gustato la bellezza della vita eterna. Avevano assistito da pochi giorni ad un grande segno compiuto dal Maestro, il ritorno in vita della figlioletta di Giairo. Ma questo supera ogni aspettativa tanto da far chiedere a Pietro estasiato: "Maestro è bello... facciamo tre tende". Maestro, fermiamo questi attimi per tuffarci nell'eternità. Purtroppo si deve scendere dal monte e riprendere la strada che porta a Gerusalemme. Certo per i tre Apostoli doveva essere una carica di fiducia per poter poi vivere serenamente i terribili momenti della sofferenza e della morte del Maestro, anche se sappiamo che fu così solo per Giovanni, l'unico a vegliare il Crocefisso. Per Pietro invece non è stato così, forse perché tra tutti gli Apostoli è quello che più di tutti rappresenta la fragilità umana con gli slanci della fede e dell'entusiasmo, pronto da una parte a professare la divinità del Cristo: "Tu sei il Messia, il Figlio di Dio" e dall'altra a rinnegare il Maestro nell'ora oscura della passione: "non lo conosco". Cosa ci insegna oggi la Trasfigurazione? La voce udita sul monte è la chiave di lettura di tutto il brano. Il Padre ha mandato nel mondo il Figlio per ridare agli uomini la dignità di figli di Dio persa con il peccato. Ora bisogna ascoltare il Figlio "ascoltatelo", l'ultima e definitiva Parola che il Padre ha detto a tutta l'umanità. Nel cammino della vita di fronte alla fatica della salita del monte, il Signore ci da il Pane vivo disceso dal cielo come alimento spirituale e forza materiale che ci fa godere in anticipo quello che succede in cima alla montagna. Nonostante la durezza della croce, nonostante le sofferenze che dilaniano il cuore, nonostante le incomprensioni ai perché delle ingiustizie... quel Corpo crea in noi una "speranza di certezza" che ci porta a dire come Pietro: "Maestro è bello", grazie. |