Omelia (06-08-2006)
don Bruno Maggioni
L'importanza di ascoltare

L'evangelista Marco racconta l'episodio della trasfigurazione (9,2-10) subito dopo si può dire, il primo annuncio della Croce (8,31). È interessante: la trasfigurazione è la rivelazione del significato profondo che la Croce nasconde. La nube, la voce celeste, la presenza di Elia e Mosè, evocano la teofania sul Sinai: Gesù è il nuovo Mosè e in lui giungono a compimento le attese, la legge e la profezia. Il trasfigurarsi della persona e le vesti candide evocano il Figlio dell'uomo del profeta Daniele (Dn 7,9.13) e anticipano la risurrezione (Mc 16,5). Dunque quest'uomo incamminato verso la Croce è in realtà il Signore glorioso. Accanto a questa funzione Cristologica il racconto svolge anche, come sempre, una funzione importate nell'itinerario di educazione alla fede dei discepoli. Essi hanno capito che Gesù è il Messia, hanno sentito parlare della via della Croce (8,31) ma ora viene loro svelato che la Croce porta alla risurrezione e alla gloria. Pietro non comprende la rivelazione della Croce e la sua reazione fu rimproverata da Gesù (8,33), qui sembra essere rimproverata anche la sua reazione di fronte alla trasfigurazione. E questo, probabilmente, perché Pietro non ha capito che la trasfigurazione era solo un anticipo, una prefigurazione: la via da percorrere continua ad essere per il discepolo la croce. La trasfigurazione non è il segno - né per Gesù né per i discepoli - che la via della croce è terminata: al contrario. Da qui in avanti la narrazione evangelica non avrà più di questi momenti: scorrerà diritta, e senza luci particolari, verso la croce. La voce celeste ripete quanto già solennemente fu proclamato al Battesimo (Mc 1,11). La filiazione divina di Gesù è affermata in un momento di gloria, ma un momento di gloria funzionale al discorso della croce, come è provato, appunto, da quanto abbiamo detto. «Ascoltatelo»: l'atteggiamento di ascolto è la logica conseguenza di quanto affermato. Colui che - incamminato verso la croce - sarà da tutti abbandonato (e già ora rifiutato da molti) in realtà è il Figlio da ascoltare. «Ascoltare» è per la Bibbia il primo degli atteggiamenti dell'uomo di fronte a Dio. Ascoltare ha un duplice significato: sentire e obbedire. Il primato, come spesso invece si dice, non spetta all'evangelizzazione né alla testimonianza. Il primato spetta all'ascolto. Altrimenti c'è il rischio di proclamare parole nostre e di testimoniare noi stessi.