Omelia (15-08-2006) |
don Marco Pratesi |
Exaltavit humiles Al termine del suo cammino terreno, Maria è glorificata, esaltata, onorata. Si tratta di un'aspirazione che ogni uomo ha per natura: essere riconosciuto nella propria bontà, al massimo grado e in maniera totale. In genere, tuttavia, noi pensiamo di - e aspiriamo a - essere esaltati per una qualche nostra capacità, abilità, grandezza. Se così fosse, Maria dovrebbe essere esaltata per il fatto di essere stata madre di Gesù. Come una donna un giorno disse al Signore: "Beato il seno che ti portò"! Conosciamo però la sua rettifica a un simile approccio: "Ma egli disse: 'Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e l'osservano!'" (Lc 11,27-28). L'eccellenza della Vergine non sta quindi in qualcosa di esteriore a lei, di estrinseco, ma al suo intimo, nel suo cuore. F. Petrarca esprime una verità perfettamente biblica e teologica quando esclama, nell'ultima canzone del suo Canzoniere (CCCLXVI): "Vergine santa, d'ogni gratia piena, / che per vera et altissima humiltate /salisti al ciel onde miei preghi ascolti". Maria è stata innalzata al cielo per la sua umiltà. Ella stessa nel Magnificat canta Dio che "ha volto lo sguardo alla piccolezza della sua serva" (Lc 1,48). Questa espressione ci fa intuire - chi ha orecchi intenda - il mistero dell'umiltà della Madre di Dio: ella gioisce della propria piccolezza, che ha attirato la gratuità di Dio, la sua grazia. In questo Maria è stata simile a Gesù. In tutti e due si è compiuta quella legge spirituale per la quale, senza eccezioni, "chiunque s'innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato (Mt 23,12; cf. Lc 14,11; 18,14). Abbassarsi, mettere se stessi dopo Dio e il suo progetto: "eccomi, sono la serva del Signore". La gloria vera è frutto di questa umiliazione: "Il timore di Dio è scuola di sapienza, e l'umiltà precede la gloria (Pr 15,33). Parallelamente, non è buon presagio l'autoesaltazione, l'ebbrezza del sentirsi forti, autosufficienti, padron(cin)i del mondo: "Prima della rovina, il cuore dell'uomo s'innalza, ma l'umiltà precede la gloria" (Pr 18,12). L'entusiasmo stolto e stordito della propria potenza (di qualunque tipo) non può che produrre rovinose cadute. La limpida e umile percezione del primato di Dio in rapporto a sé porta invece in alto. Maria, la serva umile, oggi è dunque glorificata. Ma questa sua gloria è ancora servizio: in cielo conosce tutte le necessità degli uomini e intercede per noi, facendosi presente per accompagnare il pellegrinaggio del popolo cristiano nella storia. In questa festa della gloria di Maria partecipiamo della sua gioia, ed esultiamo con lei. Proponiamoci di seguire il suo esempio, rifiutando ogni fittizio auto-onore. Affidiamoci alla sua intercessione per poter arrivare, anche noi, a quella felicità che è vera e solida opera del Signore, nella quale esultare per sempre, insieme ai Santi e a Maria. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci porti in cielo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Con umiltà e fiducia di figli, insieme a Maria, preghiamo il Padre come Gesù ci ha insegnato: |