Omelia (09-08-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
La conoscenza, il deserto e l'acqua! Oggi si celebra Santa Teresa Benedetta della Croce e benché sia festa non sono inserite nel calendario le letture proprie. Quindi, procediamo con quelle del giorno non dimenticando questa santa che è un alto esempio di amore alla Verità, pagato di persona durante la vita e nella morte tramite il martirio. E potremmo applicare a lei quanto Gesù dice a Pietro: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli...". L'appartenenza ad una famiglia, ad un ambiente culturale, ad una classe sociale possono influire sul dato di fede, ma ciò che Dio è appartiene alla rivelazione che Egli stesso ne fa a ciascuno di noi personalmente e alla comunità ecclesiale nel suo complesso. Gesù è la persona che io conosco con il mio intelletto, ma che riesco ad amare e testimoniare solo sotto l'influsso dello Spirito. Ciò che di Dio percepisco è ciò che Egli stesso mi comunica secondo la mia capacità di recepire. Il libro dei Numeri ha ancora un racconto di "protesta" e di "lamento" ed ancora una risposta di misericordia da parte di Dio. L'acqua che Mosè fa scaturire dalla roccia sappiamo quanti e quali significati ha assunto nella spiritualità, nella iconografia e nella agiografia. Ne conosciamo anche il valore simbolico associato al faticoso cammino nel deserto. Ognuno di noi è chiamato ad attraversare un deserto per arrivare a Dio. L'acqua, indispensabile in questo passaggio, in un tale luogo è così eccezionale da considerarla quasi un prodigio. Oggi la liturgia ci vuole far celebrare il prodigio di camminare, seppure a fatica e con l'arsura, nel deserto torrido della fede in cui è Dio stesso che ci guida verso la sua completa rivelazione. |