Omelia (20-08-2006)
don Marco Pratesi
Viventi di una sola vita

La vita è quello di cui siamo perennemente affamati e che cerchiamo dappertutto, per le strade più diverse e anche sbagliate. Questa vita, ci dice oggi il Vangelo, è lì, nell'Eucarestia.
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui" (v. 56). "Dimorare-in" ("immanenza") è un'idea tipica di S. Giovanni. L'Eucarestia produce una presenza reciproca, un essere l'uno nell'altro, una unione intima per la quale il Signore porta in sé il discepolo e il discepolo il suo Signore. Non è questo il proprio dell'amore? Quando due si amano davvero ognuno si porta dentro l'altro, vive la sua presenza, anche se magari è fisicamente distante. Questo l'Eucarestia realizza: una vita che non è più orfana e desolata, ma abitata da una presenza.
"Come il Padre vivente mi ha mandato, e io vivo per il Padre, così chi mi mangia vivrà per me" (v. 57). Chi mangia di questo pane vive per Gesù, vive attraverso lui. Siamo ancora lì, all'amore: amare è vivere nell'altro e attraverso l'altro. Amare è non avere una vita propria (si capisca bene), avere solo la vita che fluisce a me attraverso l'altro. E' fortissimo questo, non per nulla il modello è la Trinità: il Figlio non ha niente di proprio, riceve la sua vita tutta dal Padre. Dunque: chi mangia questo pane avrà in sé la mia stessa vita, che non è altro che la stessa vita del Padre. Dal Padre la vita passa in Gesù, e da lui fluisce in chi mangia di lui nel pane eucaristico. È un'unica vita che tutti lega e circola in tutti.
Questa vita è tale anche per il corpo: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (v. 54). L'Eucarestia è seme di resurrezione, immette dentro di noi una forza che porterà il nostro stesso corpo alla vita eterna. "Farmaco d'immortalità" per l'anima e il corpo, essa è caparra di resurrezione e pegno della chiamata a vivere con tutto il nostro essere.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia vita dell'anima e del corpo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Con umiltà e fiducia di figli, chiediamo al Padre il pane del corpo e dello spirito: