Omelia (15-08-2006) |
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Volare alto Puntualmente ogni anno, a metà del mese di agosto, la liturgia ci fa celebrare questa Solennità, tutta dedicata alla nostra Mamma del cielo. Maria Assunta in cielo è la naturale conseguenza della vita di Maria, legata fortemente alla missione e alla vita di suo Figlio Gesù. Difatti Maria la troviamo in tutti i momenti centrali della vita di Gesù. Partendo dalla nascita di Gesù, fino ad arrivare all'inizio del suo ministero pubblico a Cana di Galilea, per poi trovarla nel Cenacolo e sotto la Croce, quando si realizza il dono totale di Gesù per l'umanità intera. L'Assunzione di Maria segna il legame forte con suo Figlio Gesù, legame che si realizza coinvolgendo anche Maria nell'ultimo atto della vita terrena di Gesù e cioè la sua resurrezione. Non a caso questa solennità viene anche chiamata la Pasqua di Maria o la Pasqua estiva. Ma chiediamoci: che cosa ci comunica questa Solennità? A che cosa ci richiama l'Assunzione di Maria? Diciamo innanzitutto che il messaggio centrale di questa Solennità è quello della vita eterna, della vita che va al di là della morte. E di conseguenza abbiamo tutti il richiamo a volgere sempre lo sguardo verso il cielo, non facendoci tanto prendere dalle occupazioni e preoccupazioni terrene. Uno dei grandi mali del nostro tempo è proprio il volare basso della gente che non permette di allargare il proprio orizzonte e di soffermarsi solo al contingente e molto spesso all'effimero. Volare alto per puntare in alto. Questo ci chiede Maria quest'oggi. Saper guardare al di là di quello che la nostra vista ci permette di vedere. Non accontentarsi, perché noi siamo stati creati per una vita per sempre, per una gioia per sempre, per un amore per sempre. In altre parole: siamo stati creati per restare con Dio, che è vita, gioia, amore per sempre. Maria ci insegna l'obbiettivo da raggiungere e ci indica anche la strada per raggiungerlo. Seguire così come ha fatto Lei Gesù. Tutti siamo d'accordo che seguire Gesù per noi non può ridursi soltanto alla recita di qualche preghiera, fare qualche volta la carità al povero di turno, e al partecipare alla Santa Messa festiva. Troppo poco, troppo riduttivo. A queste pratiche che sono senza dubbio importanti, dobbiamo far seguire il coinvolgimento della nostra vita. Ci sono fin troppe persone che si dicono cristiane, ma che sono tiepide e impermeabili alla Grazia di Dio e che vivono la propria fede a singhiozzo e par time. Chiediamo alla nostra Mamma del cielo di renderci sempre più figli che seguono e accolgono totalmente il Suo Figlio Gesù in un mondo che ci chiede coerenza e gioia nella testimonianza della nostra fede. |