Omelia (04-06-2006) |
don Ricciotti Saurino |
Scogliere assolate E' vero che le parole spesso non esprimono a pieno il concetto che uno ha nella mente, ma è anche vero che non tutto quello che uno ha nella propria mente può essere riversato subito e totalmente negli altri. Il tempo sedimenta pian piano le nozioni nella testa del discepolo e consente che altre cognizioni possano essere assimilate. Quante cose il Maestro ha comunicato a quei semplici scolari durante i tre anni di permanenza in mezzo a loro, ma i loro interessi erano altri e l'attenzione scarsa, la comprensione carente e il profitto spesso insufficiente. Quanti debiti scolastici hanno accumulato a causa della loro distratta frequenza e difettosa preparazione! Se il programma avesse considerato cose pratiche come la tecnica per tirare su una vela, il metodo per calare una rete, le condizioni per virare di bordo o come fare per primeggiare sugli altri, sarebbero stati più attenti, anzi avrebbero mostrato più interesse e vivacità da meritarsi, come premio, una gita scolastica sul lago di Tiberiade o un pranzo alla destra di Erode... Ma sulle teste dure di quegli uomini di mare, dure come scogliere assolate, irrorate solo da acqua marina, il Maestro ha voluto gettare un seme speciale, un seme di cielo fatto di avvenimenti, di parole, di esempi, di parabole, di miracoli... un seme affascinante, ma bisognoso di paziente accoglienza, di lenta riflessione e di spirituale elevazione. Un seme semplice in realtà, comprensibile a tutti. Un seme al quale sarebbe bastato il calore dell'amore per aprirsi e le lacrime di condivisione per dischiudersi delicatamente. Ma i discepoli, come del resto anche noi, erano più disposti a vivisezionarlo che a contemplarlo, più intenti ad aprirlo curiosamente che ad aspettare pazientemente l'esplosione, più pronti ad esaminarlo che a proteggerlo. Ora quel seme si trova lì depositato, ancora intatto e bisognoso di Qualcuno che lo dischiuda davanti ai loro occhi e alla loro mente. Gesù ha terminato il suo compito di seminatore, ha detto tutto quello che c'era da dire e ha fatto tutto quello che doveva fare, ora c'è bisogno che Qualcuno faccia conoscere meglio e sveli ciò che è stato consegnato loro. C'è bisogno che Qualcuno li riporti a scuola, semmai ai corsi serali, per prepararli alla grande missione di annunciatori di un messaggio che essi stessi ancora non hanno pienamente compreso. I gesti e le parole sono state consegnate loro, manca forse il meglio, la comprensione, la chiave di lettura, la spiegazione, quella che dà senso e vita alla giusta interpretazione... Quella che è molto carente ancor oggi tra noi che abbiamo la Parola e i gesti del Maestro e li leggiamo come freddi analisti, come esperti scienziati di fronte ad un fenomeno, come la scientifica davanti alle impronte, come medici gelidi durante l'autopsia. Il tradimento più grande al messaggio cristiano è quello di annunciarlo integralmente nelle leggi e nelle nozioni senza donare il metodo di lettura, di interpretazione e di vita... è come proporre un percorso senza suggerire con quale spirito farlo... è come ricevere uno spartito e volerlo comprendere senza saper di musica! Il Consolatore avrà proprio questo compito, quello di accoccolarsi dentro di noi e farci rileggere la storia passata alla luce dell'avvenimento più importante, la donazione totale sulla Croce. E sarà veramente "consolante" vedere tutto con gli occhi dell'amore... vedere con gli occhi di Dio. Perché è solo attraverso i fori dei chiodi del Crocifisso che possiamo comprendere tutta la storia di Gesù, e possiamo anche leggere ed interpretare tutta la nostra storia passata e quella futura. Sì, perché l'amore fa vedere tutto in maniera diversa... perfino le nostre tragedie acquistano un senso se le osserviamo con la lente dell'Amore di Dio. Peccato che il Consolatore, l'interprete, l'esperto, lo interpelliamo sempre quando le nostre convinzioni errate hanno messo ormai radici... profonde. |