Omelia (13-08-2006) |
don Ricciotti Saurino |
Lo Chef Quanto sono belle le messi biondeggianti prima del raccolto, non solo danno la sensazione della generosità della terra che provvede al nutrimento, ma riempiono gli occhi di piacevole bellezza che apre al desiderio dell'assaggio... Nessuno resiste alla seduzione di un frutto maturo perché il cuoco divino presenta sempre con grande raffinatezza le portate alla mensa dell'umanità! La natura ha un fascino tutto particolare tanto che noi non disdegniamo di portarla nei nostri ambienti asettici perché regali una pennellata di gentilezza. Penso alla moderna mania di trapiantare gli ulivi secolari e immergerli nel mare del nostro cemento, penso ai balconi infiorati che danno vita alle facciate dei palazzi, penso agli accoglienti giardini dal fitto manto verde, penso ai festosi addobbi floreali e...penso agli assetati vasi familiari... unica vita in una casa ormai vuota... Hanno imparato bene dalla madre terra anche i nostri cuochi che presentano gli alimenti in un piatto ornato di colori e di decorazioni. Hanno finalmente scoperto che l'ambientazione è importante per l'alimentazione. Anche noi, forse, lo sapevamo già, ma l'avevamo relegato nei ritagli della memoria della nostra infanzia, quando l'affetto della mamma ci faceva aprire la bocca in barba al rifiuto del cibo. Quante volte ho assistito alla scena commovente di una suora che, per convincere un ragazzo seminarista a mangiare, gli si metteva vicino e gli sussurrava:"Ma io l'ho cucinato con tanto amore e non puoi deludermi!" Era l'incantesimo materno che faceva vuotare in un baleno, più delle solite minacce, un piatto di pasta. Ecco, forse, questa è l'ambientazione adatta per scongiurare l'inappetenza... ed è quella che il Padre ha scelto da sempre per alimentarci con altro cibo!!! Un pane disceso dal cielo! Un pane non fatto piovere giù come la manna nel deserto. Miracolo straordinario per gente affamata, ma incapace di comprendere l'amore, il dono, la generosità, la premura. Un pane non offerto su di un piatto d'argento, come se bastasse un vassoio ad esprimere tutto l'amore dello Chef.... Il Padre ha presentato all'umanità non solo un pane disceso e fatto dal cielo, ma un pane fatto 'di cielo'. Cioè non solo un pane preparato dalle Sue divine mani, ma impastato della Sua stessa vita, 'cotto' al fuoco del Suo amore e servito ancora fragrante sulla tavola di tutti. Un pasto speciale non solo per qualità, ma speciale per provenienza. Non presentato con originalità di vassoi colorati e decorati, ma decorato dalla delicatezza dell'amore e servito con affabilità e dolcezza. Non acquistato a mercati esotici e scelto tra vivande eccellenti, ma squarciato dal cuore stesso di Dio. Allora, chi mangia di questo pane mangia e si nutre della vita divina, mangia il Suo amore, mangia la Sua donazione e diventa amore. E poiché l'amore divino ha la caratteristica dell'eternità, chi si nutre di Lui si nutre di eternità, vive in eterno, vive di amore. "Forte come la morte è l'amore" dice il Cantico dei Cantici, ed ha ragione perché nutrirsi di Dio e del Suo amore vuol dire dare risalto a quella qualità dell'essere umano che contiene già la possibilità di andare oltre la vita e gustare il sapore dell'eternità di Dio. Il pane delle nostre mense ha una scadenza di conservazione e un limite di effetto, il pane di cielo ha effetto senza scadenza ed è sempre fresco di giornata come fresco è il vero amore. Non hanno temuto la morte Padre Massimiliano Kolbe e Edith Stein nel campo di concentramento di Auschwitz, certi di essersi impossessati dell'eternità di Dio. Non hanno temuto la fine provocata dagli uomini i tanti martiri cristiani di Abitene dopo aver attinto la vita eterna da Dio stesso nella Celebrazione domenicale. Solo chi ha compreso l'amore del Padre, solo chi ha subito il fascino dell'Amore di Lui e si nutre della stessa Sua Vita comincia, da subito, a vivere di eternità. E' davvero il caso di dire: "Il cuoco divino ci ha messo tutto l'amore... non deluderLo!" |