Omelia (03-09-2006) |
don Remigio Menegatti |
I puri di cuore abiteranno nella casa del Signore (262) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Dt 4, 1-2.6-8) indica l'ascolto come una tra prime esigenze dell'alleanza; l'ascolto perché Dio è vicino al suo popolo come nessun altro. È un Dio che dialoga e le sue parole sono fonte di saggezza, la vera ricchezza di un piccolo gruppo di persone che si sono sottratte alla schiavitù proprio confidando nella parole di Dio portate a loro dal suo servo Mosè. Come conseguenza dell'ascolto nasce l'impegno di mettere in pratica le indicazioni del Signore, il liberatore potente che cammina con il suo popolo. Il vangelo (Mc 7, 1-8.14-15.21-23) racconta del dibattito tra Gesù e alcuni farisei e scribi a proposito delle regole relative alla pulizia legata ai pasti. I discepoli di Gesù sono accusati di non rispettare la tradizione. Gesù accusa invece i suoi accusatori di aver dimenticato la Legge essenziale, ovvero l'ascolto di Dio, sostituendola con le proprie norme, e facendo di quest'ultime un valore assoluto che schiaccia le persone e allontana dalla volontà di Dio. È il cuore dell'uomo che lo rende veramente gradito a Dio. Salmo 14 Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Chi presta denaro senza fare usura, e non accetta doni contro l'innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. Il salmo presenta le condizioni essenziali per risultare graditi Dio, e vivere in stretta comunione con lui. Per indicare questo legame usa l'immagine suggestiva di abitare nella stessa tenda di Dio, piantata sul suo monte santo. La vera intimità con Dio non è data solo dalle regole del culto, dai sacrifici che si possono offrire a lui. Dio gradisce maggiormente l'osservanza la sua legge che fonda il legame profondo e salvifico con lui. L'ascolto di Dio, opera fondamentale, produce uno stile di vita che rende felice chi pratica le regole del Signore non avvertendole come obblighi pesanti, imposizioni autoritarie, esigenze estranee alla sua vita, bensì come ciò che apre alla gioia il cuore dell'uomo. In fondo Dio non fa altro che chiedere di vivere quanto rende felici tutti i suoi figli: la giustizia e la lealtà, il tenersi lontano dalle colpe, evitando di compiere quanto impoverisce il proprio fratello. Onore rivolto a Dio è non far danno e non insultare il vicino, riconoscendo negli altri dei fratelli da amare, perché Dio per primo li ama. Un commento per ragazzi Sarebbe decisamente strano giocare avendo estrema attenzione alle regole "secondarie" e dimenticando quelle essenziali. Mi spiego con uno dei tanti possibili esempi: osservare - in una partita di calcio tra amici - con estrema scrupolosità la regola del "fuorigioco" fin quasi a misurare i millimetri per cui l'attaccante è oltre il difensore...e non curarsi se la palla entra nella porta. Oppure - nella pallavolo - fischiare ogni piccola trattenuta e doppia e non guardare se i giocatori mandano la palla oltre la rete. L'esempio può sembrare banale, perché anche un bambino piccolo sa che deve calciare la palla nella porta, o farle superare la rete appesa tra due pali. Eppure non sempre quello che è chiaro fa funzionare il gioco; almeno quello della vita. La critica che Gesù rivolge, con chiarezza e senza tanti giri di parole, ai suoi accusatori è di aver dimenticato la cosa fondamentale, anche se tutti ribadivano ogni mattina nella preghiera quotidiana dello Shema' Israel, Ascolta Israele: appunto l'ascolto di Dio. L'ascolto è la cosa essenziale, vero fondamento di tutto, anche per non dimenticare le "regole" suggerite da Dio per la felicità dell'uomo, sostituendole con norme che nascono dall'invenzione di qualcuno e diventano poi assolute perché "tradizione". L'ascolto è alla base; un ascolto non costretto, vissuto con il senso del dovere, con il sapore dell'obbligo, subìto come un castigo. Si ascolta con questi sentimenti uno che si sente lontano, che si avverte come autoritario, contro la nostra gioia. Invece si ascolta con gioia chi si ama, provando soddisfazione e vivendo con entusiasmo, se pur si avverte che è esigente quanto ci chiede. Tanti ragazzi ascoltano diverse ore al giorno la musica che piace loro, anche grazie all'MP3 che mette a disposizione tanta musica in poco spazio. Sempre con l'auricolare inserito, magari condividendolo con l'amico/a del cuore. È il cuore in fondo che fa la differenza: non ci pesa ascoltare chi amiamo. È dal cuore che nascono i sentimenti che rendono disponibili o riluttanti a compiere quello che viene detto, perché chi propone delle scelte è considerato come amico, oppure un estraneo, da cui difendersi, prendendo le distanze. Con il rischio, poi, che non sappiamo rimanere senza regole: abbandoniamo quelle poche che sono importanti e positive, per impelagarsi con regolette che sono banali e ci limitano in ogni gesto e ci impediscono di gustare il grande gioco della vita. Un gioco che è essenziale, a cui nessuno può sottrarsi. Quale pagina del vangelo abbiamo ascoltato domenica? È una provocazione che forse ci sentiamo rivolgere spesso, e che forse ci trova "smemorati" (qualcuno di solito si "salva in corner" dicendo: "io non ci sono andato", che poi è anche peggio...). Se non ricordo le parole che Gesù mi ha rivolto al massimo 6 giorni fa', posso dire che sono suo amico? Lui è mio amico e mi parla, perché vuole che io possa entrare in contatto con lui, non fermandomi alla superficie e neppure "cadendo" su cose decisamente secondarie che poi diventano importanti nella mia fantasia, ma non nella proposta di Gesù. "Ascolta Israele", e ci aggiunge il mio nome; ascolta, mi dice Dio, perché così possiamo diventare veramente amici e tu, che sei solo un ragazzo, puoi diventare grande e importante. Davanti a me lo sei già; lo puoi essere anche di fronte alla comunità dei miei amici. Un suggerimento per la preghiera Signore, anche per noi è bello far parte di questo "popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua". Ti chiediamo che pure per noi "la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore". Siamo venuti ad ascoltarti e chiediamo che "la tua parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita" così da stare con te nella gioia che non ha fine. |