Omelia (02-09-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Sei stato fedele nel poco: prendi parte alla gioia del tuo Signore. Come vivere questa Parola? Ieri: l'immagine delle nozze. Oggi: quella di una grande gioia a cui prendere parte. Ieri si parlava di gente saggia, con la lampada accesa incontro allo Sposo. Oggi, di gente accorta, che traffica i talenti ricevuti in dono. Il grande unico sfondo è dunque la festa: la gioiosa festa dello stare per sempre col proprio Signore e Sposo Lasciar penetrare in noi questa prospettiva di festa ultima, definitiva è quanto dà senso allo scorrere sereno dei giorni. Anche dentro i percorsi, a volte tanto accidentati, della nostra esistenza. E il bello è che già qui e ora tutto cambia, dentro questa prospettiva. Proprio perché, come dice la parabola di oggi, tu percepisci d'aver avuto una tua ricchezza. Non importa quanti talenti. Se due o dieci o uno. Conta che li hai avuti in dono. Gratuitamente. E che sei solo chiamato a "trafficarli" col piglio sicuro di chi sa il "come" e il "dove" e il "quando". Disdegna la falsa umiltà di chi dice di non vale nulla, di non saper realizzare nulla! Non scambiare, ti prego, la solare consapevolezza del figlio di Dio con l'avvilente condizione dello schiavo di se stesso e dei propri desideri rigonfi di egoicità e presto frustrati. Il vero cristiano è persona "riuscita" perché si accetta così com'è, con quei "talenti" (doni, qualità, capacità) che lo rendono idoneo a realizzare se stesso, ma secondo il "sogno" di Dio su di lui: un "divino sogno" che è sempre in ordine al decentramento dall'ego per orientare tutta la vita al dono di sé. Oggi, ti prego Signore, nella mia pausa contemplativa dilata il mio cuore alla consapevolezza dei tuoi doni e dammi di trafficarli. Tu m'insegni che trafficarli significa svilupparli amando, non raggomitolato in me stesso, ma in spirito di servizio. La parola di un gesuita del XX secolo La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate. Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita. Non ci viene chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come. Antony de Mello |