Omelia (10-09-2006)
don Remigio Menegatti
Da' lode al Signore, anima mia (263)

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature
La prima lettura (Is 35, 4-7) descrive, con immagini prese dalla vita dell'uomo e dalla natura, la salvezza che Dio offre al suo popolo. Destinatari di queste parole, preziose come acqua per un assetato e rifugio per il naufrago, sono gli "smarriti di cuore", quanti sembrano non avere alcuna speranza nel futuro. La sintesi del discorso è che Dio viene a salvare quanti confidano in lui. La guarigione degli ammalati, con ciechi che vedono, sordi che riescono a sentire, zoppi che saltano, è un segnale della nuova creazione, come pure lo sono i cambiamenti della natura: le acque scorrono nel deserto, creando ruscelli che creano paludi dove prima c'era un suolo arido, portatore di solitudine e morte.
Il vangelo (Mc 7,31-37) mostra che la realizzazione delle promesse di Dio avviene soprattutto in Gesù. A Sidone guarisce un sordomuto, suscitando la reazione piena di stupore dei presenti che gli riconoscono di far bene ogni cosa, perché cambia in salvezza il male che rendeva l'uomo schiavo della sua miseria e fragilità.

Salmo 145
Il Signore è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge lo straniero.

Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

Il salmo può apparire la continuazione dell'esclamazione piena di gioiosa meraviglia di quanti sono coinvolti nella guarigione del sordomuto. Infatti "ha fatto bene ogni cosa..." il Signore che rimane fedele all'alleanza stretta con il suo popolo.
Come spesso avviene nei salmi, anche qui non si usano definizioni complicate e astruse per parlare di Dio. Il racconto dei fatti rimane il modo migliore per annunciare il senso della sua vita e quindi anche il valore della proposta di alleanza. Il Signore non si presenta annunciandosi con formule complicate, bensì liberando i prigionieri, sfamando gli affamati, facendo camminare gli zoppi, sostenendo orfani e vedove, diventando protezione per lo straniero.
In questo modo Dio prende posizione: sta con i buoni e i giusti mentre sconvolge le vie degli empi, perché non rimane indifferente alle scelte che l'uomo è chiamato liberamente a compiere. In questo modo il suo amore rimane stabile e viene donato e annunciato ad ogni generazione.

Un commento per ragazzi
Un tempo, prima che inventassero le e-mail e gli SMS, si scrivevano le lettere. E così, dopo l'estate si conservava per i mesi invernali un quasi costante contatto con gli amici conosciuti in vacanza, o quelli incontrati al campo scuola Diocesano. Oppure si scriveva la lettera ai genitori in occasione della loro festa (un tempo la mettevamo sotto il piatto del papà nel pranzo di Pasqua e Natale). Erano occasioni per raccontare qualcosa di noi, per ricordare momenti belli, per esprimere riconoscenza e gioia per occasioni condivise.
Non so se la velocità e la frequenza dei "messaggini" può contenere gli stessi sentimenti che veicolavano le lettere. Non sarebbe male trovare modi, anche nuovi se si vuole, di non ridurre le comunicazioni a qualcosa di troppo superficiale, rischiando di cadere nel banale.
Forse anche il rapporto con Dio rischia di essere sullo stile SMS: un messaggino già impostato, sempre lo stesso, lasciato in memoria, e poi lanciato nella grande rete a tutta una serie di contatti, tra cui uno dei tanti è riservato anche a Dio. Lanciato in un momento in cui abbiamo fretta, siamo stanchi e non abbiamo alcun desiderio di aspettare una risposta. La preghiera può sembrare un accostamento veloce, quasi per la paura di "intasare la memoria" del Signore, per non costringerlo a scaricare tante nostre parole.
Tra amici invece ci si racconta fatti che sono comunque conosciuti da tutti; si va spesso a ricordare proprio i momenti belli vissuti insieme e alla base di questo legame.
Questi avvenimenti costituiscono come lo scheletro della nostra amicizia. In altre parole, se dobbiamo spiegare perché siamo amici di qualcuno possiamo raccontare una serie di vicende che ci uniscono. Il salmo di questa domenica funziona proprio così: per parlare di Dio non si usano concetti che assomigliano più a formule complicate, ci si fonda invece sul racconto di avvenimenti vissuti in cui si riconosce la presenza di Dio.
È un po' quello che avrà fatto il sordomuto e tutti i presenti, che non tengono in considerazione l'ammonimento di Gesù di non raccontare l'avvenimento. Loro lo divulgano a quanti incontrano perché vogliono lodare Dio e allargare il giro degli amici di Gesù. La lode che rivolgono a Dio si basa sul fondamento dei gesti di amore che lui compie per i suoi figli. Noi non avremo ottenuto dei miracoli, ma se abbiamo un po' di attenzione scopriamo che anche nella nostra vita ci sono avvenimenti belli per cui dire grazie: a Dio e anche alle persone coinvolte in questi fatti. A cominciare dai genitori.

Un aiuto per una preghiera così potrebbe essere un foglio e una penna. Ma può andar bene anche il cellulare per conservare delle brevi note, come pure delle immagini. Ci possiamo scrivere, o fissare nelle foto, le cose belle che viviamo, i volti, come i nomi, delle persone che mostrano un riflesso della bontà di Dio.
Allora la nostra preghiera non rimane generica, che può andar bene per tutti. Diventa invece personale, speciale, perché racconta della nostra vita e soprattutto dei gesti di amicizia che il Signore sta compiendo, come pure delle nostre positive risposte. Da questa scoperta nasce il grazie, la lode, la possibilità di ripetere il versetto del salmo - "dà lode al Signore, anima mia" - con convinzione, dove le parole suggerite a tutti parlano della mostra personale vicenda.

Un suggerimento per la preghiera
Signore, forse allora ci siamo anche noi tra "i piccoli e i poveri" che scegli "per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno". Anche noi, se pur solo ragazzi, possiamo "dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore", anche raccontando i fatti in cui noi stessi abbiamo riconosciuto la grandezza del tuo amore per noi. In questo modo tanti potranno cantare "con noi le tue meraviglie" e scoprire che tu sei vicino a tutti e ci doni la tua forza che cambia il mondo.