Omelia (04-09-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette (...). Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostro orecchi".

Come vivere questa Parola?
L'evangelista Luca, come da cinepresa, riprende con una "carrellata circolare" l'attenzione stupita di quelli che hanno sentito Gesù proclamare l'importantissima profezia di Isaia: "Lo Spirito del Signore è su di me, per questo [...] mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore". Non solo ha proclamato questo testo ma ha attribuito alla sua persona la profezia! Qui sta il punto. La reazione è dapprima quella di un enorme stupore, poi di un tale rifiuto che vorrebbero ucciderlo. Ma non è ancora la sua ora. Però è iniziato per tutti noi, da quel momento, un tempo "iniziatico". Che cosa intendiamo con questa espressione? Semplicemente il fatto che Gesù è entrato nella storia penetrandola di grazia, di bene, di salvezza. L'"anno di grazia" è questo nostro "tempo dopo Cristo". Però quello che noi dobbiamo fare è lasciarci "iniziare" alla liberazione, alla scarcerazione del cuore dalla opprimente cultura egoica che ci assedia da tutte le parti. Scrive Marco Guzzi: "Tutto ciò che in noi e nelle nostre culture è ancora egoico e dunque bellico, si sta drammaticamente dissolvendo, letteralmente riducendo a nulla". Bisogna dunque accogliere questa parola di Isaia avveratasi in Gesù come la vera "buona notizia" che conta per ciascuno di noi. Si tratta di lasciarci "iniziare" a camminare, a vivere con Gesù perché ci liberi, ci scarceri, ci apra gli occhi interiormente, ci convinca che vale la pena di mettere Lui al timone della nostra vita, in tutti i particolari della giornata.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermo con gioia a considerare che la mia vera identità è già un fatto di liberazione avvenuta, per tutti noi in Cristo, per opera del suo mistero pasquale. Mi consegno a Lui e assumo anche, in preghiera, le sue categorie evangeliche che permettono al mio vero "sé" di realizzarsi.

Signore, io sono libero/a in Te! Non permettere che ancora l'ego m'incapsuli e mi opprima. Rendimi testimone della vera liberazione cristiana possibile, oggi.

La parola di un martire del XXsecolo
La Chiesa attende una liberazione che non sia solo il benessere materiale ma il potere di un Dio che libererà dalle mani peccatrici dell'uomo una natura che, insieme agli uomini redenti, canterà di felicità nel Dio liberatore.
Oscar Romero