Omelia (10-09-2006)
padre Romeo Ballan
La Missione è ascolto di Dio e scelta per il povero

Riflessioni
Le indicazioni geografiche, che inquadrano il miracolo della guarigione del sordomuto nel Vangelo di Marco (v. 31: Tiro, Sidone, mare di Galilea, Decapoli...), corrispondono oggi al sud del Libano e alla regione settentrionale di Israele. Esattamente gli scenari attuali dei conflitti bellici che insanguinano vaste regioni del Medio Oriente. Per quelle strade, che erano zone di 'pagani' e di commercianti, passò un giorno Gesù, suscitando lo stupore di tutti: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti" (v. 37). Il miracolo della guarigione del sordomuto può avere un'applicazione emblematica per l'attuale situazione del conflitto medio-orientale, e di ogni altro conflitto: le soluzioni nascono nella capacità di ascoltarsi e di dialogare.

Ma il messaggio della Parola di Dio in questa domenica è globale, va molto più in profondità: è un invito ad ascoltare Dio e ad ascoltare il povero per amore di Dio, fino ad annunciargli che Dio fa bene ogni cosa e opera il bene per tutti, indistintamente. Il verbo 'ascoltare' abbonda nell'Antico Testamento (più di 1100 volte), riferito in primo luogo a Dio che ascolta sempre il grido del povero; e riferito spesso come invito all'uomo: "Ascolta, Israele..." (Dt 6,4). Per cui la sordità, nella Bibbia, è considerata una patologia grave, perché è immagine del rifiuto della parola di Dio. Quando Dio interviene per salvare il suo popolo, gli apre simbolicamente gli occhi, gli orecchi, la bocca... (I lettura), perché possa vedere, ascoltare, parlare: entrare in contatto con Dio e con le persone umane. In questo modo, assicura il profeta, l'acqua vitale scorrerà anche nella steppa e nel deserto (v. 6-7).

"Il primo servizio che dobbiamo rendere ai fratelli è quello dell'ascolto. Chi non sa ascoltare il proprio fratello, presto non saprà neppure ascoltare Dio, sarà sempre lui a parlare, anche con il Signore" (D. Bonh-ffer). D'altra parte, chi ha già fatto veramente l'esperienza di ascoltare Dio, sa ascoltare anche il fratello e farsi suo accompagnatore per condurlo a Dio, come nel caso del sordomuto, che qualcuno condusse presso Gesù pregandolo di imporgli la mano (Mc 7,32). È il gesto missionario per eccellenza, un gesto che corrisponde anche ai genitori, ai padrini, agli educatori nella fede... Accompagnare, condurre... sono le azioni adeguate a tali ruoli, nella coscienza, però, che solo Dio può pronunciare con efficacia l'effatà, (apriti) (v. 34-35) che tocca il cuore delle persone che giungono alla fede.

Fra le persone da ascoltare -che sono poi tutte le persone, senza esclusione di alcuna!- Dio ci insegna che ci sono i 'preferiti', cioè i poveri. Egli dà coraggio ai più deboli, cura i malati e i derelitti (I lettura). Da parte sua, Giacomo (II lettura) non soltanto dichiara perversi (v. 4) i giudizi di quanti discriminano le persone secondo la loro condizione socio-economica, ma afferma un principio generale di condotta: "Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del Regno?" (v. 5). Questa scelta dei poveri, per quanto non escluda nessuno, non è un'opzione alternativa, ma un criterio di azione, lo stile di Dio, e quindi diventa un'imposizione per l'attività pastorale e missionaria della Chiesa, come afferma con forza Giovanni Paolo II. (*)


Parola del Papa
(*) "Nessuno può essere escluso dal nostro amore, dal momento che «con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo» (GS 22). Ma stando alle inequivocabili parole del Vangelo, nella persona dei poveri c'è una Sua presenza speciale, che impone alla Chiesa un'opzione preferenziale per loro. Attraverso tale opzione, si testimonia lo stile dell'amore di Dio, la sua provvidenza, la sua misericordia, e in qualche modo si seminano ancora nella storia quei semi del Regno di Dio che Gesù stesso pose nella sua vita terrena venendo incontro a quanti ricorrevano a lui per tutte le necessità spirituali e materiali".
Giovanni Paolo II
Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte (6.1.2001) n. 49


Sui passi dei Missionari
- 9/9: S. Pietro Claver (1580-1654), missionario gesuita spagnolo, per oltre 40 anni al servizio degli schiavi africani che arrivavano a Cartagena (Colombia). È il patrono dell'apostolato fra i neri.
- 11/9: S. Giovanni Gabriele Perboyre (1802-1840), sacerdote lazzarista francese, missionario in Cina, dove fu incarcerato, sospeso in croce e strangolato nella provincia del Hubei.
- 13/9: S. Giovanni Crisostomo (ca. 349-407), vescovo di Costantinopoli, padre e dottore della Chiesa; scrisse e soffrì molto, morì in esilio a Comana sul Mar Nero.
- 14/9: Festa della Esaltazione della Santa Croce, icona del Crocifisso e simbolo del mistero pasquale per la salvezza di tutti i popoli.
- 15/9: Beata Vergine Maria Addolorata, associata intimamente alla passione salvatrice di Cristo.
- 15/9: Bb. Giovanni Battista e Giacinto de Angelis, laici catechisti, martirizzati in Messico (+1700.
- 15/9: B. Paolo Manna (1872-1952), sacerdote del PIME, missionario in Birmania, fondatore della Pontificia Unione Missionaria, per la diffusione dello spirito missionario nelle comunità cristiane. Si celebra anche il 16/1, nella vicinanza della Settimana per l'Unità dei Cristiani, che egli promosse.
- 16/9: S. Cipriano, vescovo di Cartagine (Tunisia) e martire (+258).
- 16/9: S. Giovanni Macías (1585-1645), religioso coadiutore domenicano di origine spagnola; visse e morì a Lima (Perú), dedito ai poveri e ai malati.