Omelia (04-09-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Luca 4,16-30

Dalla Parola del giorno
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi.

Come vivere questa Parola?
Gesù nella sinagoga di Nazareth tiene un'omelia che ha valore programmatico. Leggendo queste espressioni d'Isaia annuncia praticamente che si stanno avverando nella sua persona e che dunque è Lui il Messia.
I suoi compaesani dapprima ne sono ammirati, ma poi – siccome anelano spremere "profitti" dalla sua capacità di far miracoli e Gesù prende le dovute distanze - gli danno contro fino a tentare di ucciderlo.
Quello che oggi m'interessa è entrare in reale interiore contatto con la persona di Gesù.
Ecco: qui è detto chiaramente che il suo è un messaggio lieto, non penalizzante; però esige che io nel cuore sia "povero" cioè "distaccato" da ogni possesso.
Il suo è un continuo venire a scarcerarmi da quella prigione che è il mio "ego", occasione sempre prossima di peccato e soffocamento interiore. Egli viene ad aprirmi gli occhi del cuore perché io possa vedere la luce del mio vivere e del mio morire nell'abbraccio dell'Amore del Padre, che dà senso alle mie giornate.
Inoltre Egli apre sentieri di libertà a quel mio facile essere oppresso sia da un rapporto sbagliato con Dio (come se Lui fosse il Padre-padrone-tiranno), con me stesso (come se dovessi vivere di ansie, di paure, di non accettazione della mia realtà), con gli altri (come se dovessi difendermi da loro giudizi negativi, da temuta inimicizia, torti, ecc.).

Ecco: oggi è la verità della persona di Gesù che contatto nel silenzio del cuore, perché mi renda libero interiormente, lieto e pacificato.

La voce di un antico Padre
La tristezza, mescolata alla preghiera, le impedisce di salire, come l'aceto mescolato al vino, ne toglie il sapore. Lascia dunque che il tuo cuore sia liberato dalla tristezza e venga rivestito di gioia, e vivrai per Dio.
Erma (II secolo)