Omelia (02-11-2003) |
padre Lino Pedron |
Commento su Giovanni 6,37-40 Gesù è diventato uomo per fare la volontà del Padre, per vivere in sintonia con il Padre. Il progetto di Dio è un progetto di salvezza. Affidando al Figlio questo progetto, il Padre proclama che gli uomini sono salvati da Gesù, e che nessuno deve andare perduto, perché Dio vuole che tutti siano salvati. Il Padre vuole che Gesù risusciti nell'ultimo giorno tutti coloro che gli ha affidato. Dio vuole la salvezza completa e perfetta di tutte le persone affidate a suo Figlio. Questa salvezza ci è data attraverso la risurrezione finale. Le parole di Gesù: "E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno" (v.39) ci fanno capire che Gesù salva tutti donando la vita eterna, la vita stessa di Dio. E questo dono della vita eterna è legato a una condizione: contemplare il Figlio di Dio e credere in lui. Si tratta dello sguardo contemplativo di una fede profonda che orienta tutta l'esistenza verso la persona di Gesù. Gesù è Dio che realizza il desiderio più profondo dell'uomo: vivere sempre. Egli appaga questo desiderio vitale dell'uomo a condizione che egli creda, non solo a parole ma con la vita vissuta, che Gesù è il Figlio di Dio. L'espressione "nell'ultimo giorno" (vv.39-40) ha un significato preciso: è il giorno in cui termina la creazione dell'uomo e si compie la morte di Gesù; il giorno in cui si celebrerà il trionfo finale del Figlio sulla morte e tutti potranno ricevere lo Spirito che verrà donato all'umanità: il giorno della Pasqua di risurrezione. Allora Gesù porterà a compimento la sua missione tramite la risurrezione e donerà la vita definitiva, che ha inizio già nella vita presente mediante la fede e il suo compimento nella risurrezione alla fine dei tempi. |