Omelia (06-09-2006)
mons. Vincenzo Paglia


Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Pietro. E qui gli presentarono subito la suocera dell'apostolo sul letto, malata. Si chinò su di lei, minacciò la febbre, scrive l'evangelista, e guarì l'anziana donna. Tutta la vita di Gesù è stata un chinarsi verso i poveri, i deboli, in questo caso verso un'anziana. Quanti anziani oggi sono circondati dalla indifferenza e dalla cattiveria, e sono costretti a restare bloccati nella tristezza e nell'attesa di una triste fine! Il Signore Gesù, chinandosi su quella donna, le ridiede vigore, al punto che si mise a servirli. È la fine della giornata. L'evangelista nota che tutti coloro che avevano malati li portarono davanti a quella porta della casa ove si trovava Gesù. La casa del discepolo, ornai dimora di Gesù, era diventata punto di riferimento per la gente di quella città che portava lì i deboli, i poveri, i malati. Tutti infatti si recavano a bussare a quella porta e a fermarsi davanti ad essa, certi che sarebbero stati esauditi. Non dovrebbe essere così di ogni parrocchia? Non dovrebbe ogni comunità cristiana essere una vera porta di speranza per coloro che cercano conforto e aiuto? Ma non è così anche per ogni credente? L'alba del giorno dopo Gesù si recò in un luogo solitario per pregare. E' un grande insegnamento per ciascun credente: rivolgere all'alba la preghiera al Signore significa orientare bene la propria giornata.