Omelia (13-09-2006)
mons. Vincenzo Paglia


L'evangelista inserisce a questo punto il grande discorso di Gesù che, a differenza di Matteo, viene posto in pianura, come per renderlo più vicino alla vita ordinaria. E Gesù inizia con le Beatitudini. Ha davanti ai suoi occhi quella folla enorme che attende da lui una parola vera. E Gesù non si tira indietro. Subito mostra loro la sua via di felicità. Non è la stessa via di felicità che il mondo indica agli uomini e alle donne, una via che si rivela spesso fallace e ingannatrice. Gesù non spende molte parole. Ne bastano quattro. Quattro beatitudini, ben delineate e chiare. Egli annuncia ai poveri, agli affamati, agli abbandonati e agli assetati di giustizia che Dio ha scelto di stare accanto a loro. La sua vicinanza e quella dei discepoli sarà per loro il segno di una gioia grande. Essi, sino ad ora esclusi dalla vita, saranno i privilegiati, i preferiti di Dio. Certo, a noi credenti è affidato il gravissimo e affascinante compito di far sentire loro l'amore privilegiato di Dio. Al contrario, con quattro parole, Gesù minaccia tristezza per i ricchi e per i potenti. Essi che cercano la felicità solo per se stessi, saranno abbandonandoli al destino triste di questo mondo.