Omelia (10-09-2006)
padre Paul Devreux


Il Vangelo di oggi ci indica bene le vie che il Signore usa per aiutarci.

La scena si svolge nel Libano del sud, la zona del recente conflitto.
Un sordomuto è portato da Gesù. Questo è ciò che deve provare a fare chi desidera evangelizzare, chi ha fatto esperienza di essere aiutato dal Signore e ha piacere che altri facciano la stessa esperienza: portare chi ne ha bisogno alla presenza del Signore per poi sparire, lasciando spazio all'incontro con il Signore.

Gesù si trova in mezzo alla folla e questo non aiuta la comunicazione, perciò decide di portare il sordomuto in disparte, dove c'è calma. A questo servono oggi le chiese, i santuari, i boschi e tutti i luoghi dove posso fermarmi, tranquillo, stando con me stesso per potere ascoltare.

Ascoltare! Questa è la parola chiave, ripetuta 1100 volte nell'Antico Testamento. Questo è il miracolo e ciò che chiedo al Signore: potere e sapere ascoltare. Se riesco a fare questo divento un uomo capace di ricevere, di lasciarmi nutrire di tutto ciò che occorre per vivere e vivere bene. Inoltre questo mi dà la capacità di ascoltare gli altri e, all'occorrenza, portarli all'incontro con Gesù.

Toccando le zone malate di questo fratello, Gesù lo fa sentire amato, accettato e infonde in lui la speranza in una vita migliore.

La parola che pronuncia Gesù (Effatà/Apriti), è stata detta dal sacerdote per ognuno di noi, alla fine del rito battesimale. Oggi, coscienti dell'importanza di questa parola, siamo noi a dirti:
"Signore, aprici all'ascolto della tua parola".