Omelia (10-09-2006) |
don Roberto Rossi |
Ha fatto bene ogni cosa... Siamo tutti chiamati, in forza del battesimo, a portare una parola di fiducia e di incoraggiamento agli smarriti di cuore. Ciascuno deve farlo secondo le sue capacità, ma soprattutto con la propria testimonianza di vita. La Parola di Dio ci rassicura: nelle difficoltà materiali e spirituali riceveremo aiuto, perché il Signore sostiene chi è nel dolore e porta salvezza a chi ha fede in lui; anche noi dobbiamo metterei dalla parte degli infelici, per farei strumenti della Provvidenza. Abbiamo tutti bisogno che Gesù tocchi il nostro cuore, per aprirci al dono della fede e per testimoniare quanto il Signore fa per chi è smarrito e sofferente. La prima lettura ci parla di Dio che continua ad essere presente e ad agire nella vita degli uomini. Il profeta Isaia invita il popolo a non perdersi di coraggio e già lascia intravedere la venuta del Messia, con i segni prodigiosi che lo accompagneranno, per far giungere la salvezza a tutti i popoli. Nella seconda Lettura S. Giacomo, rivolgendosi ai primi cristiani, li invita a considerarsi tutti fratelli, senza favoritismi personali né privilegi nei confronti dei ricchi e dei potenti. Anzi, chiamati ad agire nella vita come Dio stesso, ci dice che dobbiamo rivolgere particolare attenzione ai poveri. Il Vangelo ci riporta la guarigione del sordomuto, ci fa riconoscere la potenza salvifica di Dio e la sua sensibilità verso i desideri e le necessità dell'uomo. Gesù manifesta così la sua missione di "salvare" l'uomo, specialmente lo sfiduciato, alla fede e alla speranza. Quanta speranza, viene a noi, dalla Parola di Dio! Siamo stati accolti dal profeta Isaia con un invito: "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio". Le promesse che il Signore ci rivolge, per bocca del profeta, sono realizzate in pienezza dal Signore Gesù. Egli ha guarito, ha ridato la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, ha fatto camminare gli storpi! Anche oggi è qui con noi per guarire i nostri occhi, quelli della fede, purificare i cuori per aprirli al suo amore, ridare vigore alla nostra sfiducia trasformandola nella sua speranza. Noi siamo i poveri cui è stato regalato il regno. Ogni qualvolta ci poniamo di fronte alla vita, agli altri e al Signore con la consapevolezza del nostro essere creature limitate e bisognose, Dio Padre ci sceglie per farci ricchi della sua presenza d'amore che salva e redime. Il suo amore fa fiorire in noi la speranza che è vita per tutti, per ogni situazione. "Ha fatto bene ogni cosa", dicono di Gesù. Ha speso la sua vita per gli altri. Ha testimoniato l'amore di Dio Padre di tutti gli uomini, amando il prossimo fino a dare la sua vita per amore. Anche noi dobbiamo essere un po' come Gesù. Pensate che bello, se alla nostra morte potessero dire di noi: "Ha vissuto bene, ha fatto bene ogni cosa, ha speso la sua vita per gli altri". O se potremo sentire le grandi parole di Gesù: "Vieni servo buono e fedele... perché ho avuto fame, ho avuto sete, ero malato, ero nudo... e tu mi hai aiutato; perché qualunque cosa hai fatto a uno di questi poveri, l'hai fatto a Me". Noi, i miracoli non li facciamo, ma lo spirito di carità che ci deve animare è già un miracolo, nel mondo che spesso vive di egoismo. Gesù è passato facendo del bene, ha vissuto per gli altri. Anche noi dobbiamo dare nella nostra vita una testimonianza dell'amore di Dio. Il Vangelo di oggi ci invita a farci alcune domande: Io cerco di essere una persona buona? Di fare del bene a tutti? Per chi vivo? Per me stesso, in modo egoistico o per gli altri? Aiuto gli altri, mi interesso ai problemi e alla sofferenze degli altri? I santi hanno vissuto così, imitando l'esempio di Gesù e seminando la bontà a piene mani. E i santi e le persone buone sono tanti anche nel nostro tempo, basta saper aprire gli occhi per vederli, basta saper ascoltare la loro voce. Anche noi siamo chiamati alla santità, perché il Signore ci ha santificati e perché noi stessi possiamo vivere la santità in tutte le piccole cose della vita di ogni giorno, offrendo bontà, comprensione, amore al prossimo, anche con i nostri sacrifici, soprattutto con la nostra coerenza. L'apostolo Giacomo infatti, nella sua lettera è molto chiaro: Non mescolate favoritismi personali alla vostra fede; non fate distinzioni fra ricchi e poveri; fate attenzione a non trascurare i poveri, per andar dietro ai ricchi. Questo può capitare spesso. Chissà quante volte, chi aveva bisogno, anche solo di una parola buona o per qualche necessità spirituale o materiale è rimasto nella sua sofferenza, perché nessuno si è accorto e si è avvicinato a lui! Gesù ci aiuti a fare del bene a tutti, cominciando dai più bisognosi. |