Omelia (06-09-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 4,5 Dalla Parola del giorno Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori. Come vivere questa Parola? Con la verità dell'umile amore, S.Paolo, nei confronti dei suoi destinatari, si considera "ministro di Dio". E' a questa sua identità profonda che egli chiede di essere fedele. Che è come dire di voler essere fedele a Dio stesso: colui che lo ha investito di questo ministero. Proprio in ordine a ciò, Paolo prende nettamente distanza da possibili giudizi (in bene o in male) sul suo operato. "Il mio giudice – egli dice – è il Signore". E quanto segue fa' chiarezza anche per ciascuno di noi, richiamandoci al valore primario dell'interiorità. Ogni nostro compito va realizzato con onestà e competenza: nel migliore dei modi. Ma a partire dal cuore. Sono le "intenzioni del cuore" quelle che, in definitiva si rivelano davanti a Dio come buone o come rovinose. Le apparenze possono ingannare l'uomo, mai il Signore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, prenderò in mano il mio cuore. Vedrò che cosa, nel profondo di me, muove il mio agire: la gloria di Dio, spinte di amore disinteressato, gioia di servire, di collaborare in umiltà? Oppure meschini interessi egocentrati? Verbalizzerò: "Converti il mio cuore a te, Signore". La voce di un teologo Non posso più vivere nella falsità, o nel narcisismo spinto all'eccesso, o anche nell'orgoglio. Faccio l'esperienza che lo sguardo del Padre, invece di limitarsi a smascherare le ipocrisie, cosa che sarebbe fonte di timore, esprime anzitutto una misericordia infinita e mi risospinge così verso un movimento d'amore sempre più grande. Xavier Thévenot |