Omelia (07-09-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 4,7 Dalla Parola del giorno Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti?" Come vivere questa Parola? La turbolenta comunità cristiana di Corinto a cui Paolo scrive, è segnata da un "gonfiarsi" di orgoglio per cui gli uni si vantano dei propri privilegi, ponendosi in opposizione agli altri. E' infatti sempre così: l'amore o è umile o... non è! E il vantarsi per qualcosa è un uscire in direttissima dalla realtà. Infatti, tutto quanto di buono c'è in noi, è pura gratuità di dono da parte di Dio Creatore e Redentore. Vantarsene presso i nostri fratelli e le nostre sorelle è come sconfessare e rinnegare l'identità del dono: qualcosa, al limite, di profondamente disonesto. Al contrario, proprio la consapevolezza che Dio ci ha arricchiti di doni per renderci capaci di amare, fa dire a S.Paolo ciò che in lui e negli altri veri apostoli diventa stile di vita. "Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo". E non è questo uno stile esistenziale da Beatitudini evangeliche? Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo forte luce di Spirito Santo. Voglio, Signore, anzitutto vedere bene in me i tuoi doni che sono numerosi: la vita, il battesimo, e tanti altri. Te ne ringrazio e ti chiedo poi di "scovare" quelle ombre di presunzione, di orgoglio, di vanità, che mi "gonfiano" stoltamente. Solo l'umile verità del ricevermi da Te mi permette di realizzare ciò che è tutto il tuo volere: una vita di amore, di carità. La voce di un contemplativo La vera umiltà non misconosce, non nega, non diminuisce nessun dono di Dio. Riconosce i doni, sa da dove vengono; e allorché questi doni, da essa riconosciuti e utilizzati, danno i loro frutti, li attribuisce all'Autore di ogni dono. Sa benissimo di non aver nulla che non abbia ricevuto, e si guarda dal gloriarsene. François Pollien |