Omelia (10-09-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi, e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà", cioè "Apriti!" E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

Come vivere questa Parola?
In Gesù, il Figlio Unigenito, Dio viene in stretto contatto con l'uomo e lo guarisce. Il mettere le dita negli orecchi e il toccare la lingua del sordomuto esprime fortemente questa vicinanza vertiginosa di Dio. E' Lui che si lascia coinvolgere nella nostra storia; nel suo Spirito ("emise un sospiro" – dice il testo) pronuncia: "Effatà", ossia ci apre alla comunicazione di Vita.
Bisogna però che io mi lasci toccare, che, a mia volta, mi lasci coinvolgere da Gesù, che non è il Dio sulle nubi ma il Dio con noi, con me.

Oggi vivrò questo coinvolgimento totale, chiedendo che la mia sordità e la mia mutevolezza siano "toccate" dal Signore nella profondità del mio essere. Ma anzitutto riconosco il mio starmene "sordo", rintanato in pensieri e situazioni in cui non permetto che entri la grande Presenza di Dio né le sue provocazioni. E riconosco il mio essere muto perché non so gioire nella lode del mio Dio e non riesco a comunicare in tutta apertura di cuore coi fratelli.
Oggi è questo mio male che espongo a Gesù e chiedo venga toccato: sia nella comunione Eucaristica, sia nel contatto intimo del cuore che si apre a Lui, al suo "Effatà"!

La voce autorevole di un profeta attuale
Cristo Amore è l'estasi di Dio per l'uomo, è Dio che ama davvero e va incontro all'uomo nella sua storia.
Carlo Maria Martini