Omelia (12-09-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici. Come vivere questa Parola? E' estremamente significativo che Gesù senta il bisogno di tuffare a lungo la propria umanità in preghiera, prima di una decisione importante quale è la scelta dei dodici. In questa stessa pagina di Vangelo leggiamo che la folla "cercava di toccarlo perché da Lui usciva una forza che sanava tutti"(v.19). Vivere dunque la Parola di Dio oggi, significa anzitutto persuaderci che anche se siamo "superoccupati" e coinvolti dentro responsabilità di gran peso, cadremmo in grave errore se pensassimo di tralasciare e accorciare il tempo che va dato alla preghiera. Come chi, avendo grande bisogno di energia elettrica, chiudesse gli interruttori. Come l'energia salvifica che sanava tutti veniva a Gesù dal suo intimo contatto col Padre, così l'energia per realizzare ciò che di bene mi chiede il Signore, mi viene da Lui, dal mio contatto in preghiera fiduciosa e perseverante. L'apparente buona riuscita del mio "gran far da me" è luccichio che si spegne presto, e lascia tutti al buio: me per primo. Oggi troverò un tempo da passare in chiesa o nella mia camera, Chiuderò la porta alle distrazioni e affiderò impegni e preoccupazioni al Signore ripetendo a lungo: "Gesù, mi fido di Te. Manda il tuo Spirito perché il mio operare sia per il Regno, a gloria del Padre". La voce di un pensatore contemporaneo La crisi della preghiera riguarda l'anima dell'uomo contemporaneo. Abbiamo bisogno di una revisione interiore, di un cuore nuovo (...). Solo una rivoluzione spirituale potrà salvare la preghiera dall'oblio. A. Joshua Heschel |